Messina Denaro, i diari segreti sulla figlia mai vista: "Potevi salvarmi"

Si indaga ancora sugli scritti del boss ritrovati nel suo covo e a casa della sorella Rosalia

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Matteo Messina Denaro e la figlia
Cronache

Nei quaderni personali di Messina Denaro la tristezza per la figlia mai vista

Non solo i pizzini, ma anche quaderni intimi e un diario personalissimo Matteo Messina Denaro scriveva tantissimo negli ultimi tempi della latitanza, come racconta nel dettaglio oggi Repubblica, che cita frasi personali come: "A 16 anni sapevo cosa volevo e dove stavo andando". E ancora "Oggi, invece, e sembra un paradosso, non lo so più". Il 29 gennaio 2019, annotava: "Tutto attorno a me è buio pesto, dove mi trovo? In che direzione vado? Non ne ho idea, non so neanche perché sono ancora vivo".

Si legge sempre su Repubblica: "Non voglio fare la vittima, non lo sono, non lo sarò mai. Anzi, sto troppo bene nella mia follia, avrei anche troppe rivincite da prendermi, ma oggi quel che accade del dopo non mi interessa più di tanto. Mi sento come se fossi seduto tutto solo in fondo al mare". Fa impressione, sottolinea il quotidiano di Gedi, leggere il boss più potente di Cosa nostra che scriveva di sentirsi “solo” e pure “triste”: "Sono un uomo passato attraverso tante prove dolorose, ormai esperto nel sopportarle — annotava ancora –. A questo pensiero mi sento pervadere da una grande tristezza".

Molto spazio al travagliato rapporto con la figlia Lorenza, mai incontrata. Ecco che cosa le scrive a maggio 2019: "Oggi ho saputo che già da tempo vivi a Londra, essere genitori significa saper porre dei limiti. Tu non hai avuto posto alcun limite. Lorenza vedi che così facendo poi la vita ti frantuma. Tutto ciò lo si deve all’assenza/impotenza di un padre. Alla scelleratezza di una madre e alla pazzia-insensatezza della gioventù. Spero che i miei pensieri possano proteggerti figlia mia".

Leggendo Repubblica si vede che il boss passava dai sensi di colpa - "Non mi sono mai preso cura di te, non ci siamo mai sfiorati, giorno dopo giorno non abbiamo mai mangiato dallo stesso piatto, mai sentito gli stessi profumi, non ti ho mai protetto… e questo significa essere padre e figlia?" - alla rabbia chiamandola "degenerata" fino alla recriminazione: "Non sono un uomo perfetto, ma avresti potuto aspettarmi, ne valeva la pena. Forse avresti salvato quello che resta della mia anima. Ma non importa".