Migranti, la Germania torna a rispedirli in Italia. Sbarchi record a Lampedusa
Migranti, arrivi record a Lampedusa e hotspot al collasso con 1215 ospiti mentre la Germania mette fine alla tregua per il Covid e inizia a rispedirli in Italia
Lampedusa, sbarchi record di migranti e hotspot al collasso
Lampedusa registra sbarchi record e hotspot al collasso. Nella struttura di contrada Imbriacola, dove la capienza è di 250 posti, infatti, le presenze hanno sfondato quota mille. Sono 1.215 gli ospiti dopo la raffica di sbarchi registrata sabato sulla più grande delle Pelagie. 15 sbarchi in un solo giorno, e gli stessi pescatori del loro si sono dovuti buttare in mare più volte per salvare i naufraghi che stavano per affogare.
Sabato, 57 tra minori non accompagnati e donne incinte, hanno lasciato l'isola a bordo del traghetto di linea per Porto Empedocle. Saranno poi trasferiti in centri per la quarantena dell'Agrigentino. La Prefettura della città dei Templi, al lavoro senza sosta per alleggerire la pressione sull'hotspot, ha disposto per stamani la partenza di altri 110 migranti sulla nave di linea Sansovino. Dalla Sicilia raggiungeranno poi Crotone dove dovrebbero essere trasferiti in giornata altri ospiti della struttura di contrada Imbriacola.
Migranti, la Germania torna a rispedirli in Italia
Nel frattempo, anche a nord la situazione si sta surriscaldando. Già nei giorni scorsi, infatti, Berlino e Parigi avevano lasciato cadere nel vuoto l’appello alla "solidarietà" della ministra Luciana Lamorgese, per poi esplicitare il proprio rifiuto alla redistribuzione automatica dei migranti, rivendicando il diritto di scegliere chi accogliere, cioè solo chi ha i requisiti per la protezione internazionale.
Adesso, è in arrivo un altro schiaffo all'Italia dalla Germania. A riportare la notizia è il quotidiano la Repubblica, che racconta le storie di alcuni “dublinanti”, migranti che secondo le regole europee fissate a Dublino, devono essere registrati nel paese di sbarco e lì devono tornare. Possono richiedere asilo soltanto dopo anni, ma il governo tedesco cerca di rispedirli in Italia prima che questo diventi possibile.
Se prima della pandemia da coronavirus i dublinanti respinti in Italia erano ancora 2.692, secondo i dati del governo, nel 2020 sono crollati a 509 perché il governo Conte aveva bloccato i trasferimenti, tra le misure anti-Covid. Adesso, però, qualcosa comincia a muoversi.
Francia e Germania contro la Grecia
Ma l'Italia non è l'unica nei guai. Sei Stati parte dello Spazio Schengen (Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi e Svizzera) hanno chiesto alla Commissione europea di fermare i flussi secondari di rifugiati che dalla Grecia giungono nel proprio territorio. Come riferisce il quotidiano Handelsblatt, si tratta di profughi che, giunti in Grecia, hanno ottenuto lo status di rifugiato dalle autorità elleniche. Tuttavia, questi migranti non intendono rimanere nel Paese “a causa delle cattive condizioni di vita e della mancanza di prospettive future”. La Grecia rifiuta ogni responsabilità per i flussi secondari. Con circa mille arrivi al mese, la Germania è una delle destinazioni principali dei rifugiati che lasciano la Grecia, entrando legalmente i territorio tedesco con documenti rilasciati dalle autorità elleniche. Una volta in Germania, questi migranti presentano un’ulteriore domanda di asilo, “nella speranza di ricevere sussidi e un permesso di soggiorno permanente”.
L'Europa non affronta il nodo della redistribuzione
Già nel Consiglio Affari interni che si era tenuto in Lussemburgo nei giorni scorsi non si era parlato della redistribuzione dei migranti tra i Paesi Ue ma c'erano stati "importanti sviluppi" sui negoziati per il nuovo patto per l'asilo e le migrazioni. E' la sintesi che ne hanno dato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, e il ministro dell'Interno portoghese, Eduardo Cabrita, al termine della riunione. Resta però l'intesa sulla solidarietà, nonostante gli appelli del fronte Sud.
Gli Stati del Med-5, cioè “Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro”, con una lettera alla presidenza del Consiglio Ue, hanno ritirato la loro riserva in merito al nuovo regolamento sull'Easo, l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, “abbandonando la logica dell'accordo su tutto o accordo su nulla”. Lo ha annunciato Cabrita che, in qualità di rappresentante della presidenza di turno del Consiglio Ue, ha ricordato il lungo iter del testo bloccato da tempo per via dei dissidi tra i Paesi Ue sull'intero dossier dell'immigrazione. Il primo passo, ha spiegato Cabrita, “è stato quello di separare il lavoro tecnico sul testo” dai negoziati politici. Con la lettera di oggi è arrivato il disco verde dai cinque Paesi.
“Abbiamo avuto discussioni positive molto costruttive, soprattutto sulla dimensione esterna, ma toccando anche l'intero Patto” sulla migrazione e l'asilo, la proposta della Commissione sulla gestione dei flussi, e “devo dire che ci sono possibili e concreti progressi da compiere nel partenariato con i nostri vicini meridionali”, ha sintetizzato Johansson, al termine della riunione. “Ieri ero in Libia e ho avuto ottimi colloqui con il primo ministro del nuovo Governo ad interim e anche con il ministro dell'Interno”, ha ricordato la commissaria. "Due settimane fa, ero in Tunisia e la scorsa settimana ho incontrato di nuovo il presidente tunisino”, ha aggiunto. Di qui la scommessa Ue per una nuova intesa con i Paesi del Nord Africa al fine di collaborare “sia quando si tratta di prevenire le partenze irregolari” che per “gestire la migrazione, proteggere i diritti fondamentali dei migranti, investire in percorsi legali e aiutarsi a vicenda per la gestione delle frontiere”, ha concluso Johansson.
"Abbiamo avuto una discussione approfondita sulla strategia per promuovere la gestione integrata della migrazione come fenomeno normale” e come “qualcosa di positivo per l'Unione europea”, ha confermato Cabrita. “Vogliamo promuovere relazioni dinamiche tra l'Europa, il continente più vecchio, e l'Africa, il nostro continente confinante con la popolazione più giovane del mondo”, ha aggiunto.