Migranti, Zuppi: "I cristiani devono fare il possibile per salvare vite umane"
"Il presepe non si può imporre per legge, non deve diventare antipatico"
Il cardinale Zuppi: "Chi salva i migranti non va criminalizzato"
"I cristiani — ma direi tutte le persone — devono fare il possibile per salvare le vite umane. Un solo morto in mare è una sconfitta per tutti. Che prezzo ha? Poi piangiamo come per Aylan e non facciamo nulla? Francesco non ha mai detto: dovete accogliere tutti. Ha detto: gestite il fenomeno, ma non nei lager, come in Libia, o neanche in centri di raccolta dove restano anni senza fare nulla. Il fenomeno va gestito aiutando sia a partire con i corridoi umanitari, sia a restare: motivo per cui la Chiesa italiana investe 80 milioni l’anno per progetti di sviluppo in Africa". Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in una intervista al Corriere della Sera.
Parlando della guerra in Ucraina, Zuppi spiega che "il Papa ha sempre distinto con chiarezza tra aggressore e aggredito", e aggiunge "dobbiamo uscire dalla logica della vittoria militare come unica possibilità e del dialogo come resa. Non è ingenuo credere che le guerre trovano una pace giusta solo con il dialogo! La Santa Sede è per il coinvolgimento della comunità internazionale, che è il terzo attore e che può e deve fare molto per trovare e garantire soluzioni adatte". Invece, il Papa "nella guerra di Gaza è vicino a entrambi i popoli. Ha condannato il crimine del 7 ottobre, come ha fatto con la guerra nella Striscia che ha già causato migliaia di morti innocenti. Francesco condanna Hamas e difende le vittime innocenti di Gaza. Cos’altro può fare il Papa?".
Sulle coppie omosessuali, secondo il cardinale "il problema è pastorale. Certe cose le puoi dire dopo che hai fatto sentire di nuovo a casa. Così sarà possibile imparare le regole — bellissime — di una casa da cui ci si era allontanati, che si pensa non capisca e che non viene capita. La Chiesa non è fatta di angeli, di puri". La Chiesa, spiega "comunica l’amore che spiega la regola e la rende viva e questo avviene ristabilendo un rapporto con tutti. Il mondo non è bianco e nero e richiede ascolto, discernimento, accoglienza. Qualcuno può pensare: così perdi la verità".
Il presepe può essere imposto per legge? "Non vorrei che il presepe, che è bellissimo e umanissimo così com’è, pieno di umano e divino e che è già per tutti, diventasse antipatico e divisivo. A volte con la giusta preoccupazione dell’accoglienza pensiamo che questa significhi nascondere la storia, i tratti della nostra casa. No. Accoglienza è vivere l’umanesimo della nostra casa, che tanto è frutto proprio di quel mistero di amore che è Cristo. L’umanissimo Dio che ci rende umani", risponde il cardinale Zuppi.