Miur, tangenti e assunzioni pilotate. "Tu dimmi quanto e ti mando i soldi"

Scandalo Miur, chiesto il processo per 15 indagati. Le intercettazioni

Cronache
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L'intercettazione contenuta negli atti dell'inchiesta della Procura di Roma sugli appalti Miur 

"Guardami dimmi solo l'importo…Ti fai un anno sabbatico però ti posso dire una cosa? Te ne devi andà! lo ti faccio arrivare i soldi all'estero, ti faccio arriva' tutto. Non ti preoccupare però te ne devi andare". Così parlava l'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco rivolgendosi all'ex capo dipartimento del ministero dell'istruzione Giovanna Boda. I due sono indagati nell'inchiesta della Procura di Roma sugli appalti Miur scattata nel settembre dello scorso anno. Le indagini, coordinate dal pm Carlo Villani e sviluppate dalle Fiamme Gialle anche attraverso analisi dei flussi finanziari e di segnalazioni di operazioni sospette, avevano riguardato diversi episodi corruttivi nei confronti dell'ex dirigente del ministero. Nell'ambito dell'inchiesta, in cui sono coinvolti anche altri indagati, secondo l'accusa, Bianchi di Castelbianco negli anni avrebbe ottenuto gare e appalti per 23 milioni di euro. Per gli inquirenti, dalle intercettazioni emerge ''l'ingerenza'' di Bianchi di Castelbianco ''nell'attività istituzionale del Ministero'' e nella ''ripartizione dei fondi relativi alla legge 440''.

''In particolare, assume rilievo la circostanza che il beneficiario di fondi pubblici non soltanto partecipi alle riunioni relative a tale ripartizione ma che abbia potere decisionale, avendo Boda rimesso la decisione a lui e ad un altro indagato la decisione finale'' scrivono gli inquirenti. ''No, io guarda non ci sto capendo più niente per me fate quello che volete", dice Boda rivolgendosi all'imprenditore e a un altro indagato. I due che ''pertanto, si occuperanno della ripartizione dei fondi, fornendo al Capo Dipartimento un elenco con l'indicazione di tutto ciò che è stato fatto. Da ultimo Boda rimette all'imprenditore e all'altro indagato la decisione finale: 'basta che vi mettete d'accordo voi con i soldi'''.

Nelle carte sono contenute anche le dichiarazioni di Castelbianco durante l'interrogatorio di garanzia, il 13 settembre del 2021. Parlando della casa comprata e ceduta a Boda, dice: ''la casa l'ho comprata io solo per amicizia era un vero affare'' ''Ho iniziato a collaborare con Boda nel 2000, tra a me e Giovanna c'era solo uno scambio di amicizia. In questi 20 anni ho consolidato il rapporto con lei come un amico, un confidente: lei è una bella persona, di cristallo e ha aiutato molte persone nelle scuole, quelle che ne avevano bisogno''. E riferendosi a sé stesso e al suo lavoro, l'imprenditore sottolinea: ''tutte le mie attività dal 2000 al 2011 sono state svolte senza lucro. Ero molto considerato al ministero oltre che da Giovanna perché mi reputavano una persona affidabile''.