Morta in un dirupo a Ischia, la lunga agonia e gli ultimi messaggi al compagno
Le continue violenze dell'uomo: la gettò nel fuoco causandole ustioni di secondo grado
Morta in un dirupo a Ischia, la lunga agonia e gli ultimi messaggi al compagno
È stata preceduta da una lunga agonia e da ripetute richieste d'aiuto rimaste inascoltate, la morte di Marta Maria Ohryzko, ucraina di 32 anni trovata senza vita domenica mattina a Ischia dai carabinieri di Barano, nella zona del Vatoliere. La scarpata si trova vicino alla roulotte in cui abitava con il convivente, che poi ha avvisato le forze dell'ordine. Dopo essere caduta, ferita e incapace di muoversi, ha chiesto aiuto al compagno, chiamandolo e mandandogli messaggi via whatsapp. L’uomo ha ignorato quelle disperate richieste di aiuto, lasciandola morire di stenti al termine di una lentissima agonia durata tutta la notte.
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La sequenza della sua agonia è stata cristallizzata nelle pagine dell’inchiesta, come riporta il Corriere della Sera. Prima una serie di chiamate senza risposta, poi messaggi whatsapp. Il primo alle 15 e 44 del 13 luglio: "Sono sdraiata vicino alle pietre". E, un minuto dopo: "Sono caduta". Quasi mezz’ora dopo un altro messaggio: "Perdonami per favore". Passano due ore e arriva ancora un messaggio sul telefono di Batrakov: "Aiutami per favore ad alzarmi". Alle 18 e 36 la ragazza scrive: "Aiutami per favore". Quasi un’ora dopo scrive ancora: "Con questo mi salvi". Alle 19:33 l’ultimo messaggio: "Perdonami per tutto, aiutami per favore". Da quel momento in poi una serie di chiamate senza risposta, fino a una, alle 21 e 17, in cui l’uomo risponde e sta al telefono cinque minuti.
L'ultima telefonata
Della conversazione non si sa nulla, continua il Corriere della Sera, perché Ilia Batrakov, noto come «Emiliano», ai carabinieri ha raccontato di non ricordare. Ma ricorda di averle detto che "per la notte lei avrebbe dovuto dormire lì". I carabinieri gli chiedono il motivo e lui risponde: "Ero stanco dei suoi comportamenti e volevo farla finita o, meglio, volevo che la relazione avesse fine". Abbandonata, la donna è morta di stenti al termine di una lunghissima agonia. Il mattino seguente Batrakov si sarebbe quindi recato nel punto in cui aveva lasciato la compagna la notte precedente, trovandola ormai senza vita. A quel punto avrebbe avvertito i carabinieri.
I comportamenti violenti di "Emiliano", nella ricostruzione degli inquirenti, sono da brividi. Due su tutti, relativi entrambi al 2022, occasioni in cui Marta è finita in ospedale. Era luglio quando la ragazza fu presa a pugni in faccia ripetutamente. Fu portata presso l’ospedale di Lacco Ameno e lì fu stilata una prognosi di 15 giorni. Il secondo episodio risale a dicembre dello stesso anno. Ed è da brividi. Marta e Ilia litigarono per questioni di gelosia. L’uomo, in uno scatto d’ira, raccolse e diede alle fiamme molti dei suoi abiti all’esterno della roulotte. La ragazza piangeva e urlava, fino a che Emiliano non l’avrebbe gettata di proposito sul falò improvvisato causandole ustioni di secondo grado al gluteo, agli arti superiori e all’addome. Anche questa circostanza fu poi certificata dai medici di Lacco Ameno.