Morte Liliana a Trieste, scientifica chiede 30 giorni. Mistero tossicologici
Avanza l'ipotesi omicidio sostenuta dall'amante della vittima, l'83enne Sterpin: "Tensioni legate al denaro". La Procura continua a prendere tempo
Morte Liliana a Trieste, la pista dell'omicidio si fa sempre più concreta
Il giallo sulla morte di Liliana Resinovich, la 63enne trovata senza vita in un bosco a Trieste lo scorso 8 gennaio, si infittisce sempre di più. A distanza di più di un mese dal ritrovamento del cadavere gli inquirenti continuano a non escludere nessuna pista. L'amante e amico segreto Claudio Sterpin ieri si è lasciato sfuggire una frase destinata a complicare ulteriormente la vicenda già molto intricata. L'83enne ha parlato di "tensioni in famiglia legate a motivi economici". Facendo il nome esplicito del figlio del marito di Lilly, Piergiorgio. "Le domandava sempre soldi e lei non voleva darglieli. Questo era motivo di litigio con il marito Sebastiano Visintin".
Intanto arriva un ulteriore segnale di confusione sul fronte della scientifica. Sono stati prorogati di 30 giorni i termini per il deposito delle analisi tossicologiche e degli esami sui reperti trovati nei pressi del corpo di Liliana. La richiesta è stata avanzata dagli esperti che stanno svolgendo gli accertamenti su incarico della stessa Procura del capoluogo giuliano che indaga sulla vicenda. L'esito degli esami doveva arrivare nella prima decade di febbraio, lo slittamento ulteriore chiesto dai Ris fa presagire una svolta, gli scienziati sul corpo della donna potrebbero aver effettivamento trovato qualche nuovo segnale e chiesto più tempo alla Procura. Il mistero continua.
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