Morti sul lavoro: il problema dei controlli e dei controllori (troppo pochi)

La tragedia di Calenzano ha portato alla luce le mancanze strutturali in tema di controlli sulla sicurezza di impianti ad alto rischio

Cronache

In Italia ci sono quasi 1000 impianti ad alto rischio, strutture come quella di Calenzano dove si stoccava carburante e dove un'esplosione ha causato diverse vittime, numerosi feriti e danni ingenti in tutta l'area circostante.

Fabbriche e siti come quello dell'Eni dov'è avvenuta la tragedia devono sottostare a rigorose norme di sicurezza ed agli ovvi controlli.

La norma Seveso sulla Sicurezza. Cosa prevede

Sugli impianti come quello di Calenzano, che trattano cioè materiali chimici o petroliferi ad alto rischio, vige la cosiddetta "Norma Seveso", nome legato al famoso incidente dell'Icmesa che negli anni '70 creò la famosa nube tossica di diossina con danni ambientali ingentissimi. A vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza contenute ci sono due enti: Ispra (MInistero dell'Ambiente) e le Arpa (le singole regioni) che insieme creano il Sistema Nazionale per la Prevenzione dell'Ambiente.

La norma è indicata nel Decreto legislativo 105 del 2015 secondo cui tutti gli stablimenti industriali che detengono sostanze pericolose (come nel caso di Calenzano dei combustibili, ma anche ad esempio materiali chimici) debbano fare una loro notifica per essere censiti e quindi essere sottoposti ai controlli previsti dalla legge. A seconda delle sostanze presenti e del quantitativo di esse si viene catalogati in impianti di soglia superiore o di soglia inferiore che si tratti di produzione ma anche di semplice stoccaggio.

Il sito industriale di Calenzano era un deposito, non una raffineria, di Soglia Superiore in quanto superava il limite delle 25mila tonnellate. Sotto quella cifra complessiva di prodotto l'impianto è definito di Soglia Inferiore.

Sul caso di Calenzano le regole sono state rispettate dato che l'ultimo aggiornamento inviato dall'azienda era dell'ottobre 2023.

I controlli

Gli impianti a rischio in Italia sono 975 di questi 468 di Soglia Inferiore ed i restanti 507 di Soglia Superiore. In tutto sono circa 100 i luoghi utilizzati come depositi di carburante. I controlli vengono effettuati secondo una pianificazione stabilita con il Comitato Tercnico Regionale dei Vigili del Fuoco che presenziano ai controlli con il personale Ispra, Arpa ed Inail.

Le risorse sono però carenti dato che tra Ispra ed Arpa ci sono mediamente 10, massimo 15 ispettori a regione che devono anche occuparsi del controllo triennale previsto dalla legge. 

Troppo lavoro da una parte, personale scarso dall'altra a scapito della sicurezza di chi in questi siti lavora e delle persone che vivono nelle loro vicinanze.

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