Cardinale Zuppi, sì all'opera di Rupnik a Bologna: l'artista è accusato di abusi su più di 20 religiose
Il mosaico della parrocchia di Maria Regina Mundi sarà finito anche se l'ex gesuita che l'ha fatto è sotto processo episcopale per violenze fisiche e spirituali su decine di donne
Bologna, Cardinale Zuppi: accosente al completamento di un'opera dell'artista ex-gesuita Marko Rupnik, accusato di abusi su una ventina di religiose
Marko Rupnik è un teologo, leader spirituale, artista e fondatore di atelier che è stato accusato di abusi su una ventina di religiose. Queste hanno raccontato di aver subito violenze fisiche e spirituali da parte dell'artista mentre era assistente nella comunità di Loyola, negli anni Novanta. Anche se difeso dal Papa in persona, alla fine Rupnik è stato cacciato dall'ordine dei gesuiti di cui faceva parte, ma le sue opere sono rimaste. Adornano decine di chiese, continuano a essere apprezzate e, in alcuni casi, sono ancora in fase di costruzione. Come per il mosaico della parrocchia di Maria Regina Mundi di Bologna, gestita in parte anche dall'arcivescovo della città, niente meno che il cardinale e capo della chiesa episcopale Matteo Maria Zuppi. All'interno della chiesa della parrocchia c'è un mosaico di Rupnik non ancora terminato e lasciato tale dal 2 dicembre scorso. In questi giorni, però, è stato deciso di completare l'opera aggiungendone un pezzo, sempre realizzato per mano dell'ex gesuita molestatore.
Nella maggior parte delle chiese, in giro per il mondo, in cui Rupnik ha installato i suoi mosaici, come a Lourdes in Francia o negli Stati Uniti, si sta provvedendo alla rimozione di tali opere. In Italia, a Bologna, nella città di Zuppi, invece, ecco che viene completato il mosaico ispirato (tra l'altro) alle scene più sensuali della Bibbia, quelle del Cantico dei cantici. Nel procedere con i lavori, la chiesa bolognese è rimasta, e sembra essere tutt'ora, chiusa in questi primi giorni di agosto, come racconta la giornalista Federica Tourn nella newsletter e podcast Appunti di Stefano Feltri. Ma non è obbligatorio chiudere una chiesa per l'installazione di un mosaico. Secondo Tourn sembra, piuttosto, che si vogliano tenere lontani giornalisti e curiosi. "Questioni di sicurezza", le ha detto il parroco don Francesco Bonanno, senza poi aggiungere altro. Un clima di segretezza, insomma, quello in cui si sta procedendo con il completamento dell'opera di cui, difficilmente, il cardinale Zuppi non è a conoscenza.