Amsterdam, Nahum: "Violenza antisemita mai vista. Pogrom nel cuore d'Europa"

Daniele Nahum, esponente della comunità ebraica e Consigliere comunale a Milano, commenta i violenti scontri ad Amsterdam dopo la partita tra Maccabi Tel Aviv e Ajax: “Un pogrom nella città di Anna Frank”. L'intervista

di Stefano Marrone

Daniele Nahum sugli scontri di Amsterdam

Cronache

Nahum: “I fatti di Amsterdam dimostrano che l’antisionismo è antisemitismo”

“Quello che è successo ad Amsterdam è la plastica dimostrazione che l’antisionismo è l’antisemitismo moderno”. Così Daniele Nahum commenta ad Affaritaliani.it i violenti scontri nel cuore di Amsterdam che hanno coinvolto i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv, in Olanda per una partita di Europa League. Il consigliere comunale di Milano, uscito dal Pd in polemica dopo il 7 ottobre e ora in Azione, si chiede: “Siamo sicuri che un fatto del genere non potrebbe accadere anche in Italia?”. L’intervista. 

Consigliere Nauhm, come commenta gli scontri di Amsterdam?

Quello che è successo ad Amsterdam è la plastica dimostrazione che l’antisionismo è l’antisemitismo moderno. I tifosi israeliani sono stati attaccati e accoltellati dal grido “morte agli ebrei”, alcuni di essi sono stati gettati dentro il fiume Amstel. Un vero e proprio Pogrom nel cuore dell’Europa, in una città simbolica: quella in cui si nascose Anna Frank.

In queste ore emergono ricostruzioni e video, gli attacchi ai tifosi del Maccabi sono risposte ai da loro avviati?

Sicuramente alcuni ultras del Maccabi hanno bruciato bandiere palestinesi in giro per Amsterdam: un fatto molto deprecabile. Resta però il tentato pogrom nei confronti di molti israeliani, azioni terribili che non sono state conseguenza di specifici avvenimenti.  Si è trattato di imboscate pianificate, preparate da tempo. 

Che significato hanno questi agguati?

C’è veramente in Europa un clima bruttissimo. Cori, slogan e fatti mostrano un tentativo di pogrom nel cuore dell’Europa. Si sta sfociando in una violenza antisemita che la nostra generazione non aveva mai visto. Il treno è ormai deragliato: siamo tornati alla caccia all’ebreo.

Chi la fomenta?

Chi ogni settimana, nelle piazze europee e italiane, partecipa a manifestazioni in cui si scrive: “dal mare al fiume”, si inneggia a Sinwar e Nasrallah, e si grida “uccidiamo gli ebrei”. Messaggi in cui il supporto alla causa palestinese si confonde con l’odio verso gli ebrei. Manifestazioni d’odio a cui si associa il silenzio assordante di politici che non hanno il coraggio di distanziarsi. 

A chi si riferisce?

A quei personaggi politici che sfruttano il dramma in Medio oriente per esplicitare l’odio per scagliarsi, con atti ma anche con omissioni d’analisi, contro gli ebrei. Il pericolo arriva da sinistra. L’antisemitismo di destra esiste, ma le piazza contro gli ebrei in questi tempi sono di sinistra. Dal 7 ottobre c’è stato uno sdoganamento - di termini come “genocidio”, “apartheid” e comparazioni tra nazismo e sionismo – che non arriva da centri sociali, ma dall’intellighenzia progressista.

Dove da dove si origina questo odio?

Da una lettura sbagliata della situazione in Medio oriente. Ci sono scorie della Guerra Fredda, che rifiutano la complessità del mondo contemporaneo. Io non ho mai sostenuto Netanyahu, ma mi sforzo di vedere sia le regioni dei palestinesi che quelle degli israeliani. Siamo di fronte a un conflitto tra un Paese complesso che combatte per la propria sopravvivenza e un gruppo terroristico.

Se questi fatti accadessero in Italia, come lei si domandava retoricamente sui social, come si dovrebbe reagire?

La domanda era retorica, la risposta è drammatica. Il pericolo di pogrom anche nel nostro Paese è reale. Rimango convinto che la risposta alla violenza di questi criminali non sia altra violenza o repressione, ma al contrario fornire alla nostra società gli anticorpi contro l’antisemitismo. 

Come?

Gli anticorpi sono insisti nell’istruzione e nell’utilizzo corretto dei termini. Occorre spiegare la presenza ebraica in Europa, la sua storia e i suoi drammi. E poi fare attenzione alle parole: il sionismo è il Risorgimento del popolo ebraico. Paragonarlo al nazismo significa non aver capito nulla di un movimento che affonda le sue radici in una dottrina con forte connotazione socialista. La storia dice chiaramente che chi è contro il sionismo è contro Israele e gli ebrei. 

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