Napoli, affitti gratis o ridicoli: buco milionario nelle casse comunali

La Corte dei Conti contesta un danno da 1 mln di euro a 15 dirigenti ma è solo l’inizio. I mancati affitti spiegano in parte il disavanzo generale da 5 miliardi

di Antonio Amorosi
Cronache

Il Comune Napoli sotto accusa: un buco milionario incomprensibile

Quello che succede a Napoli sarebbe da studiare negli annali della pubblica amministrazione. Tutti sanno che il Comune è in pre-dissesto, ha fatto un buco da 5 miliardi di euro, ma oggi si scopre che per anni ha affittato gratis o a cifre ridicole i propri immobili, anche in località esclusive, dove l’affitto costa un occhio della testa. E’ successo a Posillipo, ad esempio. Nel bellissimo quartiere residenziale una locazione costa intorno ai 9.000 euro a metro quadro.

La notizia rischia di fare il giro del mondo ed emerge grazie ad un’indagine accurata della Corte dei Conti regionale Campania, diretta dal procuratore generale Antonio Giuseppone, dei pm Ferruccio Capalbo e Davide Vitali. I magistrati sono rimasti sorpresi nel trovare i locali di alcuni studi professionali affittati proprio nella esclusiva Posillipo a zero euro. Ma anche centri ginecologici, come quello di Stefano Ansaldi, lo stimato medico napoletano asceso alla cronaca perché ucciso a pochi metri dalla stazione di Milano, nel 2020, con una coltellata alla gola. E pizzerie, locali commerciali, supermercati e tanti altri tipi di immobili comunali. Alcuni anche in un altro quartiere esclusivo: Chiaia.

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Ad oggi è partita una prima tranche d’indagine che contesta a 15 dirigenti del Comune di Napoli, di Napoli Servizi (società che si occupa degli immobili comunali partenopei) ed ex dirigenti 1.073.282 euro di danno erariale. Ma l’addebito sarebbe solo una piccola parte di una vicenda enorme. I magistrati stimano mancate entrate per 283 milioni di euro per contestazioni che partiranno nelle prossime settimane. Solo per gli immobili con destinazione commerciale, gli affitti non pagati ammonterebbero a 80 milioni di euro, cioè meno di un terzo dei crediti non riscossi, divenuti oltretutto in gran parte inesigibili. La prima parte dell'inchiesta è relativa a un minimo di immobili commerciali dati in affitto a società poi risultate fallite.

Fino al 2012-2013 il patrimonio del Comune di Napoli era gestito dalla società Romeo immobiliare, fondata nel 1979 dall’imprenditore Alfredo Romeo. In quegli anni subentra una rottura tra il Comune e la Romeo immobiliare e la gestione passa al Comune di Napoli, quella attualmente contestata dalla Corte dei conti.

Tale prassi avrebbe procurato anche una disparità di trattamento sul mercato dei locali commerciali perché chi usufruiva di un affitto gratis o a basso prezzo dal Comune era in una condizione privilegiata.

Dal 2012, secondo anno della giunta di Luigi De Magistris, il Comune era tecnicamente in una situazione di pre-dissesto per motivi di bilancio generale (è probabile che il neo sindaco De Magistris avesse trovato un contesto già molto problematico). Così al tempo è partita una procedura di riequilibrio finanziario, autorizzata dalla Corte dei Conti, pratica che permette di accedere a un fondo specifico per ripianare i debiti.

Oggi il debito di Napoli supera i 5 miliardi di euro anche se nel 2016 erano soli, si fa per dire, 3,4 miliardi, portandosi a 4,9 nel 2020. Per risanare il buco, nel 2022 il Comune ha anche sottoscritto un patto con il governo nazionale, presieduto dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Per i magistrati il Comune, con i mancati affitti, avrebbe violato anche il patto di stabilità, il cosiddetto Patto per Napoli, firmato col governo per tirare fuori la città dal pre-dissesto.

In queste ore la Corte dei conti ha inviato ai dirigenti locali una notifica chiedendo di presentare eventuali controdeduzioni per potersi difendere. Molti degli impiegati coinvolti sarebbero attualmente in pensione, altri invece non avrebbero ricevuto la notifica, non è chiaro se deceduti o se non sia andata a buon fine per altri motivi tecnici. Ma sotto i riflettori della Procura è finito anche Attilio Auricchio, in passato Capo di gabinetto del Comune durante la giunta De Magistris che però dovrà rispondere della vicenda per un cifra minima e solo in qualità di Direttore generale del Comune. Nel 2020 Auricchio ha lasciato il Comune di Napoli per motivi familiari. 

A novembre del 2023, la Corte dei conti ha contesto altre mancate entrare per 133 milioni di euro sempre nelle casse del Comune di Napoli. Sei funzionari dell'ente, della Napoli Servizi e un preside si sono visti recapitare una contestazione per un'ipotesi di danno erariale da 92.349 euro. Anche se oggi le procedure sono mutate, il Comune resta in una gravissima crisi finanziaria. Ma si aggiunge un tassello nuovo per comprenderne i motivi.

 

 

 

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