Natale, stare dalla parte di chi un cuore ce l'ha sul serio. Che sia un giorno pieno di umanità (con la U maiuscola)

Nel giorno del compleanno di Gesù il mio pensiero è per chi soffre e per chi spera in una rinascita dal dolore, e persino nella resurrezione spirituale

Di Lucrezia Lerro
Cronache

Natale, riflessioni sulla speranza e la sofferenza

Nel giorno del compleanno di Gesù il mio pensiero è per chi soffre e per chi spera in una rinascita dal dolore, e persino nella resurrezione spirituale per far continuare al meglio la vita spesso adombrata dal male fisico e psicologico. Bisogna ancora, e ancora, organizzare la speranza per non farsi sopraffare dalle assenze, dalle inquietudini e, peggio ancora, dall’impossibilità economica per poter vivere con dignità un giorno alla volta.

Per quanto riguarda il Natale, sarà forse a causa dell’aria di festa che si diffonde sempre più e che si dissolve man mano che le ‘vacanze’ sfumano, sarà per le strade addobbate con palle colorate giganti e da fili dorati oro verde blu, sarà persino per la risata fragorosa del pasticciere che vende di fianco a casa mia a quarantacinque euro al chilo il panettone con i canditi, e quindi di motivi per ridere almeno oggi ne ha, sarà che il Natale non mi è mai piaciuto fin da bambina, vivo ancor di più la malinconia mia e di amici, fortissima, una tristezza già lacerante di per sé per la perdita di persone care, e per quelle che stanno affrontando la ferocia della malattia. 

Tornando al Natale, è speciale perché è il compleanno di Gesù, la sua nascita ci ricorda che il vero senso della vita è stare dalla parte di chi soffre. Dalla parte, quindi, dell’umanità con la U maiuscola, con la U gigante, che sottolinea la grandezza di chi un cuore ce l’ha sul serio. Un cuore gigante che accoglie e aiuta chi il male di vivere lo subisce. Un cuore gigante che incoraggia gli altri a ripartire, a continuare anche zoppicando. Perché ci vuole davvero un cuore gigante per sopportare il dolore del mondo

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