Ndrangheta, un pentito rivela: "Volevano uccidere il figlio di Gratteri"
Un detenuto rivela il piano di attentato
Nel 2013 un detenuto "mi ha raccontato del progetto per compiere un attentato al figlio del dottore Gratteri che in quel momento era stato proposto come Ministro della Giustizia (…). C'era un allarme in generale…delle persone detenute" che "temevano delle…dei processi...delle leggi più ferree (…). Specifico che non volevano spararlo ma che lo avrebbero investito con una macchina". Parole pronunciate dal collaboratore di giustizia Antonio Cataldo, 57 anni di Locri (Rc), e riportate dalla Gazzetta del Sud in un articolo a firma Rocco Muscari. La notizia del "pentimento" di Cataldo, scrive il quotidiano locale, è stata resa nota dal sostituto procuratore Giovanni Calamita, della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nel corso dell'udienza del maxiprocesso "Riscatto-Mille e una notte", in corso dinanzi al Tribunale di Locri. Il pm ha depositato due verbali resi da Cataldo il 20 e 28 luglio scorsi. Dagli atti depositati dal pm Calamita emerge che il neo pentito ha iniziato il percorso collaborativo dalla mezzanotte del 7 giugno scorso, quando ha reso sommarie informazioni dalle quali sono emersi indizi di reato per l'ipotesi di associazione per delinquere di stampo mafioso nei confronti dello stesso Cataldo.
'NDRANGHETA: PENTITO, 'C'ERA UN PROGETTO PER ATTENTARE ALLA VITA DEL FIGLIO DI GRATTERI'
E' lo stesso collaboratore di giustizia, infatti, a raccontare di "aver preso parte all'articolazione territoriale denominata Locale di Loci (ed in particolare alla 'Cosca Cataldo' attiva nella suddetta Locale)". Cataldo, riporta ancora la Gazzetta del Sud, ha riferito anche di essere attualmente sottoposto al secondo grado del processo scaturito dall'operazione "Mandamento Ionico", subendo una condanna in primo grado a 8 anni di reclusione. Cataldo, davanti al pm, parla di rapporti parentali tra famiglie note e meno note che sarebbero vicine alle cosche storiche di Locri, quella dei 'Cataldo' e dei 'Cordì', nonché, sottolinea il giornalista, di conversazioni che avrebbe avuto, mentre era recluso con altre persone e, in particolare, ha raccontato che nel 2013 un altro detenuto, anche questo originario di Locri. "mi ha raccontato del progetto per compiere un attentato al figlio del dottore Gratteri che in quel momento era stato proposto come Ministro della Giustizia".