Nonno Eitan: "Un giorno mi dirà grazie quel bambino. Ho cercato di salvarlo"

Shmuel Peleg: "Ho paura di essere arrestato. Tornassi indietro non lo porterei più via in quel modo. Ma serve una parte terza che decida per lui"

Cronache
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Nonno Eitan: "Ora temo di essere arrestato. Non vederlo mi fa male"

Il caso del piccolo Eitan, il bimbo unico superstite della strage del Mottarone dopo il crollo della funivia costato la vita a 14 persone, resta ancora aperto. E' in corso una battaglia legale tra la zia Aya che vive in Italia e i parenti che stanno in Israele, entrambi reclamano la custodia del bambino. Il nonno Shmuel Peleg è indagato per aver rapito il piccolo portandolo a Tel Aviv lo scorso 11 settembre. "Se rifarei quello che ho fatto? Certo che no - spiega Peleg a Repubblica - perchè quello che sapevo allora non è quello che so ora. Solamente durante il processo in Israele è emerso il decreto che stabiliva l’espatrio solo accompagnato da Aya. In quel momento avevo davanti un bambino che volevo salvare perché non mi veniva data nessuna garanzia di collaborazione con noi sulle decisioni sul suo futuro".

"Adesso - prosegue il nonno di Eitan a Repubblica - ho molta paura di essere arrestato. Mi sconvolge la possibilità che possano bussare alla porta e arrestarmi. Sono stato interrogato due volte dalla polizia israeliana, tutto quello che ho detto qui lo ripeterò alle autorità italiane. Ma la cosa che più mi addolora è che non posso vedere Eitan. Ne abbiamo passate così tante in questi sette mesi, che non so cos’è peggio. Ho perso cinque familiari, tre generazioni, ora Eitan è lontano da me. La mia salute e il mio futuro vengono in secondo piano".

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