Omicidio Bozzoli, ergastolo al nipote. "L'ha ucciso e buttato nel forno"

Ora si indaga su due operai accusati di aver aiutato il killer a occultare il cadavere della vittima

Giallo di Marcheno: la scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli (LaPresse)
Cronache
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Imprenditore ucciso: il nipote condannato all'ergastolo

La corte d'assise di Brescia ha condannato all'ergastolo Giacomo Bozzoli per l'omicidio e la distruzione del cadavere dello zio Mario, l'imprenditore bresciano svanito nel nulla l'8 ottobre 2015 dalla fonderia di Marcheno. Accolta la richiesta di condanna all'ergastolo avanzata dai pm. La difesa invece aveva chiesto l'assoluzione. La sentenza è stata letta dal presidente della Corte Roberto Spanò dopo oltre 10 ore di camera di consiglio.

"Non solo per i pm Silvio Bonfigli e Marco Martani, ma anche per i giudici di primo grado, quindi, a ucciderlo è stato il nipote — che si è sempre detto innocente, negando le tensioni famigliari confermate da decine di testimoni: «Gli volevo bene, mi ha insegnato il mestiere» — che lo avrebbe visto come una sorta di ostacolo nella gestione della azienda", scrive il Corriere della Sera. L'avvocato Luigi Frattini, difensore di Giacomo Bozzoli, aveva invece chiesto l'assoluzione per "mancanza di prove". 

L'ipotesi con cui si era arrivati al rinvio a giudizio era quella che Giacomo avesse ucciso lo zio e poi ne avesse caricato il corpo in auto per poi farlo sparire dove non è mai stato trovato. All'ultimo momento utile però è arrivata la tesi secondo cui "Giacomo Bozzoli ha ucciso lo zio distruggendo il corpo nel forno in concorso con altri". Determinante in questo senso, secondo gli avvocati di parte civile, la perizia sullo stesso forno e la prova in scala che avevano chiarito che distruggere il corpo di Mario Bozzoli nel forno della fonderia sarebbe stato tecnicamente possibile.