Omicidio Giulia, riportare la salute mentale al centro. Analisi

Bisogna mettere al centro del dibattito culturale e pubblico la prevenzione della salute mentale per evitare il continuo ripetersi di simili tragedie

Di Lucrezia Lerro
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Giulia Cecchettin
Cronache

Omicidio Giulia: riportare la salute mentale al centro per evitare altre tragedie. La proposta

Non si può tacere dopo la morte feroce di Giulia, uccisa da uno che chissà quante volte le aveva ripetuto di amarla. Questi assassini strumentalizzano le parole che dovrebbero raccontare affetto, protezione, attenzione. Le usano per colpire a morte le loro vittime. Restare  in silenzio, dopo la morte di Giulia, vuol dire attendere che accada ancora, e ancora, un altro femminicidio. E noi tutte non possiamo più permetterlo. Siamo tutte in pericolo ed è arrivato il momento di urlarlo a squarciagola, BASTA DAVVERO. BASTA DAVVERO. BASTA DAVVERO. FERMIAMOLI.

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Bisogna mettere al centro del dibattito culturale e pubblico la prevenzione della salute mentale. Lo psicologo dovrebbe accompagnare tutti fin dalla nascita nel percorso impervio della vita. Come le famiglie fanno riferimento al medico di base, per consigli e cure, così dovrebbero avere la possibilità, come riferimento, dello psicologo di base. La prevenzione, il sostegno, la cura della salute mentale sono centrali per evitare che, ancora e ancora, “si tirino su” dei mostri/assassini in famiglia.

La violenza estrema non esplode all’improvviso; di solito, in un soggetto c’è una graduale crescita del male.  L’omicidio è solo l’atto finale, la ‘bomba’ che esplode, ma la nostra società non deve e non può permettere più che altri uomini commettano stragi di donne. Donne che spesso tollerano comportamenti inaccettabili perché fin da piccole sono state ‘abituate’ a tollerare, a sopportare violenze fisiche o psicologiche insostenibili. Spesso i genitori sono il veicolo di tale infezione psichica, e giustificano agli occhi dei figli le loro azioni violente. Svegliamoci, riportiamo la salute mentale al centro della questione, ripeto: senza prevenzione delle malattie mentali non potrà mai cessare questa strage.

Ne parlerò il 23 novembre a Sondrio, alla Biblioteca Rajna, in occasione della giornata Internazionale  contro la violenza sulle donne.