Omicidio Modena, caccia al tunisino. Ma il fratello delle vittima: "Ho dubbi"

Dal confronto in auto alla risposta al cellulare. I punti oscuri del giallo di Alice, uccisa e bruciata nella sua auto

Cronache

Caccia al tunisino, ma restano dei punti oscuri sull'omicidio di Alice

Tanti punti oscuri sull'omicidio di Alice, la giovane uccisa e bruciata all'interno della sua auto a Modena. Come ricorda il Corriere della Sera, "il sospettato è un tunisino di 29 anni, indagato per omicidio e distruzione di cadavere. I carabinieri sanno dove si nasconde in Francia e presto potrebbero fermarlo. La sua deposizione sarà decisiva per chiudere il cerchio sul caso che vede indagati anche il marito della donna e un suo collega".

Ma come spiega sempre il Corriere della Sera, "Matteo Marzoli, il fratello di Alice, comunque non trae ancora facili conclusioni. «È cambiato tutto in un minuto — dice —, ma solo quando mi diranno con certezza chi è stato potrò puntare il dito su qualcuno»."

Come sottolinea il Corriere, "restano comunque tanti i misteri attorno a questa storia. A cominciare dal lungo pomeriggio trascorso al bar con il collega. Stando alla ricostruzione degli inquirenti la donna esce di casa intorno alle 19. Dice al marito che ha un appuntamento, poi si trattiene a discutere con il collega fino alle due di notte, quando il titolare deve chiudere. Uscita dal locale Alice resta ferma in auto per oltre 10 minuti. Perché? Proprio in quest’arco temporale avviene l’abbordaggio da parte del tunisino. Alcune telecamere della zona, poco dopo, riprendono l’auto del collega che si dirige verso casa e quella di Alice verso il luogo in cui è stata uccisa, ma non si capisce chi ci sia alla guida. C’è poi il mistero del telefonino. Il delitto si consuma poco dopo l’aggressione (anche se non è stata trovata l’arma), ma fino al mattino successivo squilla regolarmente e all’altro capo qualcuno riattacca". 

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