Saman, il fratello: "Strangolata". I frame, pm: "Andavano a scavare la fossa"

Saman al fidanzato: "Se non mi senti più chiama la polizia". L'ultimo messaggio

Cronache
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Saman, "omicidio premeditato". Il messaggio dello zio: "Lavoro fatto bene, se chiedono è in Pakistan". E spuntano i frame delle telecamere di sorveglianza: per gli inquirenti "zio e cugini andavano a scavare la fossa".

L'omicidio di Saman Abbas, la diciottenne pachistana scomparsa da Novellara nella Bassa Reggiana, resta avvolto nel mistero. Sempre più indizi fanno pensare alla soluzione più estrema, anche se non c'è ancora traccia del corpo, punita dai familiari per non aver accettato un matrimonio combinato. Secondo i magistrati, che indagano per omicidio l’esecutore materiale sarebbe lo zio Danish Hasnain: "Abbiamo fatto un lavoro fatto bene", è il messaggio in chat a una donna quando tutto è finito. I mandanti morali, e non solo, sarebbero il padre Shabbar e la madre Nazia Shaheen. "Parlano di me", confida quella mattina Saman al fidanzato, un ragazzo poco più grande di lei che vive lontano dall’Emilia-Romagna. Era terrorizzata, aveva sentito i genitori parlare dell’"unica soluzione" possibile per chi si opponeva ai dettami della tradizione. "L’ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me. Se non mi faccio sentire per più di 48 ore chiama le forze dell’ordine".

Per gli inquirenti la ragazza, che intendeva partire dopo aver recuperato i propri documenti, è stata indotta dai genitori a seguirli fuori dalla cascinaconsegnata allo zio, già avvertito prima dal padre, che aspettava nei campi. E che al telefono con una donna connazionale rassicurava: "Se ci chiedono di lei diremo che è in Pakistan". Poi tutto il clan Abbas sparisce. I genitori in Pakistan, gli altri verso la Francia, dove poi viene arrestato il cugino di cui ora si attende l'estradizione. 

Ora dal racconto del fratello sedicenne di Saman fatto ai carabinieri il giorno dopo essere fermato ad Imperia, stando a quanto si apprende dalla Gazzetta di Reggio, emerge che lo zio Danish Hasnain avrebbe agito con freddo calcolo. "Ora andate a casa, ci penso io" avrebbe detto ai genitori di Saman. Il tutto, sarebbe avvenuto sotto gli occhi del minore. Secondo il racconto del quale, a quel punto, il padre nonostante non stesse bene non ha potuto tirarsi indietro mosso dal timore nei confronti di Danish, capace di sterminare la famiglia intera. “Mio padre quando è arrivato a casa si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella. Tutti abbiamo paura di mio zio” è un passaggio della testimonianza, agli atti dell'inchiesta, del fratello minorenne della ragazza scomparsa, a cui lo zio avrebbe confessato di averla uccisa.

Anche Hasnain avrebbe mostrato segni di cedimento, emerge dalla testimonianza. Ma nonostante ciò poi minaccia il 16enne di non rivelare nulla ai carabinieri per non incorrere nella stessa sorte della sorella. Della quale non rivela il luogo della sepoltura. Ora l'uomo è ricercato in tutta Europa.

Alla testimonianza agghiacciante del fratello di Saman si aggiungono i frame di un video, proveniente da una telecamera di sorveglianza nei pressi dell’abitazione della famiglia Abbas,  diffuso dalla Procura di Reggio Emilia, che viene ritenuto chiave nelle indagini, e che risale allo scorso 29 aprile. Nei frame compare lo zio Danish con i due cugini che camminano uno con una pala in mano, l'altro con un secchio e il terzo con un oggetto non identificato. Per la pm "stavano andando a scavare la fossa" nel retro della casa dove sarebbe stata seppellita la 18enne. Gli inquirenti pensano che la ragazza sia stata uccisa e che è possibile che il corpo sia sepolto nei campi.