Omicidio Saman, quel patto tra parenti: "Giurarono sul Corano di ucciderla"
L’intenzione era quella di far credere che fosse fuggita volontariamente per poi ammazzare anche il suo ragazzo
I parenti avrebbero voluto uccidere anche il fidanzato di Saman
I parenti di Saman Abbas avrebbero stretto un accordo tra loro, "con giuramento religioso sul Corano", che imponeva il divieto di rivelare ad altri il nome dei partecipanti al delitto e le modalità dell'omicidio della ragazza pachistana, scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) dal 30 aprile 2021. La circostanza emerge dagli atti dell'inchiesta dei carabinieri e della Procura reggiana, depositati in vista del processo a cinque familiari, i due genitori, uno zio e due cugini, che prenderà il via a gennaio 2023.
Come riportano Il Resto del Carlino e la Gazzetta di Reggio e oggi la Stampa, sarebbe stato uno degli imputati, il cugino Ikram Ijaz, a confidarlo ad altri detenuti nel carcere di Reggio Emilia e a marzo 2022 il racconto è finito in un'annotazione della polizia penitenziaria.
Lo stesso Ikram, come già avvenuto in altra occasione, ha detto ai compagni di detenzione di aver partecipato al delitto e ha aggiunto che insieme a Danish Hasnain, zio di Saman pure lui arrestato, avrebbero dovuto assassinare anche il fidanzato della giovane, a completamento della missione. Secondo le indagini Saman, il cui corpo non è mai stato trovato, è stata uccisa perché aveva rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan e voleva vivere la propria vita col ragazzo che amava.