Omicidio Sharon, un testimone: "Una persona puliva la strada". Scena del crimine contaminata?
Il fratello del compagno della vittima: "Forse Sharon ha subito delle avance. Sergio è un po' chiuso, ma non ha colpe"
Sharon Verzeni
Omicidio Sharon, il fratello di Sergio Ruocco parla di "messaggi segreti che qualcuno le ha scritto"
L'omicidio di Sharon Verzeni resta un giallo. Ormai è quasi passato un mese da quella drammatica notte del 30 luglio quando la barista 33enne di Terno d'Isola nella Bergamasca è uscita di casa per una passeggiata a mezzanotte e non ha più fatto ritorno: uccisa in strada a coltellate. Ma da chi? Non c'è una svolta nelle indagini, resta ancora ignota l'identità del killer. Il compagno della vittima, Sergio Ruocco, continua a essere interrogato in caserma, gli inquirenti sospettano che sappia di più di quello che dice, ma il fratello Mirko assicura: "Sergio è tranquillo, se uno ha non ha colpe perché dovrebbe avere qualche problema? Alla fine - spiega Mirko Ruocco a Il Messaggero - è sempre al comando dei carabinieri. Poi è vero che lui è uno un po' chiuso, non parla tanto".
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Il fratello del compagno di Sharon poi si sofferma sul pc della vittima, che gli inquirenti non trovano. "Non so - prosegue Mirko Ruocco a Il Messaggero - se ne possedesse uno. Certo, se lo avesse avuto può essere un aiuto prezioso nell’inchiesta. Magari gli inquirenti trovano messaggi che qualcuno potrebbe averle scritto. Forse conterrebbe delle prove, può essere che una persona le abbia fatto delle avance. Noi, almeno, la pensiamo così. Lavorava in un bar a Brembate, a contatto con molta gente, non è escluso che qualcuno ci abbia provato con lei. Oppure, per sua sfortuna, quella notte mentre camminava è incappata in un balordo che ha incrociato sulla sua strada".
"Sergio adesso - conclude il fratello - torna a lavoro, così almeno si distrae, come gli ripeto sempre. Finché non trovano chi è stato va avanti così. E speriamo che presto ci sia un colpevole. Per Sergio, per i genitori di Sharon e per la giustizia". Intanto arrivano a cento le persone ascoltate dalla procura di Bergamo, mentre dieci sono i testimoni identificati grazie anche alle telecamere della zona. Uno di questi ha raccontato di aver visto una persona pulire la strada. Se la circostanza fosse confermata, si tratterebbe di un particolare non irrilevante: la scena del crimine non è stata subito isolata? Un nuovo dettaglio che potrebbe rivelarsi decisivo.