Open Arms, i pm: "poliziotti informavano Salvini già nel 2017"
L'accusa nel processo che vede imputato il segretario della Lega. I tre agenti erano stati ingaggiati come sicurezza privata da Save the Children
Open Arms, poliziotti infedeli sulle navi Ong informavano Salvini in cambio di posti di lavoro
"Già due anni prima del 2019 l'imputato Matteo Salvini strumentalizzava il tema delle ong, intrattenendo contatti con tre ex poliziotti, definiti dal Gup di Trapani, di 'dubbia affidabilità', per finalità che andavano oltre il mero interesse a conoscere fenomeni e occupandosi di fatti che dovevano essere rimessi alla Procura. Vorremmo capire qual era stato il flusso di informazioni che i tre ex poliziotti, che lavoravano come infiltrati, avevano consegnato al ministro Matteo Salvini". Così il Procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella nel processo Open Arms che vede imputato il leader della Lega Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. L'accusa, rappresentata da Sabella e dai pm Geri Ferrara e Giorgia Righi, chiede, dunque, di sentire i tre ex poliziotti, Floriana Ballestra, Pietro Gallo e Lucio Montanino, citando la sentenza di non luogo a procedere nel processo di Trapani per i 10 imputati accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
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Un procedimento penale nei confronti dei componenti dell'equipaggio delle ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere. "Stavolta si dimostrerebbe i maniera concreta che la volontà di non fare sbarcare i migranti non nasceva da impedimenti tecnico-giuridici ma dal perseguimento di una proficua campagna elettorale volta ad acquisire consenso come del resto hanno ipotizzato in questo dibattimenti alcuni testi come Giuseppe Conte, Luigi Di Maio o Danilo Toninelli", dice il Procuratore aggiunto. "In relazione alla sentenza di non luogo a procedere che abbiamo prodotto - dice il Procuratore aggiunto Marzia Sabella -chiediamo che si proceda all'esame di Floriana Ballestra, Pietro Gallo e Lucio Montanino, tutti ex appartenenti alla Polizia di Stato che sono stati sentiti in quel procedimento e sono stati intercettati in quel procedimento di Tapani. Vengono descritti e qualificati così in sentenza: "Floriana Balestra, appartenente alla Polizia di Stato fino alla destituzione del 15 aprile 2011 a seguito degli oltre 30 procedimenti disciplinari con applicazione anche della sanzione della deplorazione e della sospensione dal servizio, Gallo appartenente alla Polizia fino alle dimissioni il 27 luglio 1995 a seguito di procedimento disciplinare e Montantino in quiescenza dal 2005" - dice ancora Sabella - Perché chiediamo l'esame di questi tre soggetti? Queste persone nella vicenda trapanese erano assunti dalla Imi security per svolgere attività di consulenza e di sicurezza a bordo di una delle ong che si apprestava a svolgere operazioni di soccorso e di salvataggio".
"Dalla ricostruzione della sentenza è emerso che queste tre persone, di fatto, svolgevano l'attività di infiltrati. Infatti, la sentenza a riscontro di alcune intercettazioni riporta una intervista rilasciata da uno di loro, Gallo, il cui titolo è "Io talpa pentita della Lega, non mi hanno dato lavoro,registrati i volontari di Save the children per incastrarli e inviare tutto allo staff di Salvini". Questa è l'intervista che il gup di Trapani riporta in sentenza. Il giudice ricostruisce l'attività dei soggetti dicendo 'Ballestra e Gallo hanno strumentalizzato le informazioni inerenti alle modalità di svolgimento dei soccorsi dei migranti per prendere contatti con esponenti politici di rilievo nazionale. In tale contesto hanno mostrato i loro obiettivi di ottenere in cambio delle informazioni vantaggi di natura lavorativa".
"Emerge dalla sentenza che questi tre soggetti che svolgevano l'attività di infiltrati, anziché informare delle presunte attività illecite della Ong, le loro segnalazioni sono state completamente smentite dalla sentenza, tanto è vero che è stato deciso il non luogo a procedere. Anziché informare l'autorità giudiziaria, informarono dapprima l'Aise, questo ci interessa meno, ma contattarono la Lega e direttamente l'onorevole Salvini a cui fornivano documentazione formata e registrazioni per ottenere vantaggi personali che risultano da intercettazioni per avere posti di lavoro che venivano chiesti a Salvini. Siamo nel 2017". "Si comprende da alcuni assaggi della sentenza che mentre i tre avevano interesse ad avere posti di lavoro, l'intresse della Lega e Salvini era avere queste informazioni e di farne uso in campagna elettorale e di creare consensi e dunque voti - dice la pm Sabella - questo emerge non solo dall'insieme dai fatti ma anche dalla sentenza. Si ritiene necessario sentire i tre ex poliziotti perché queste risultanze ci sembrano di estremo rilievo". La difesa di Salvini, rappresentata oggi in aula dall'avvocato Luigi Carta al posto di Giulia Bongiorno, ha chiesto un termine che, dopo una breve camera di consiglio, è stato accordato dal Presidente del collegio Roberto Murgia.