Cardinale Muller, Francesco già dimenticato. "Ora si cambia, voltiamo pagina su gay, Islam e donne"
Verso il Conclave, i conservatori fanno sentire la loro voce
Gerhard Ludwig Müller (Foto Lapresse)
Verso il Conclave, il cardinale Muller: "Ecco l'identikit del futuro Papa"
Neanche il tempo di celebrare i funerali di Papa Francesco che già si è scatenata la battaglia in vista del Conclave. Se una parte della Chiesa spera che il prossimo Vescovo di Roma sia una persona in linea con le idee di Bergoglio, c'è chi invece ritiene che serva una figura diametralmente opposta: i conservatori. Tra quelli che puntano a cambiare le cose spicca il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, uno dei più critici nei confronti delle politiche di Francesco. "Il futuro Papa - dice Muller a La Repubblica - non è un successore del suo predecessore ma un successore di Pietro. Si è chiuso un capitolo nella storia della Chiesa. Chiaramente l’ultimo giudizio tocca a Dio, non possiamo giudicare le persone. Se parliamo del pontificato, invece, ci sono diverse opinioni.
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"È unanime - prosegue Muller a La Repubblica - l’apprezzamento per l'impegno di Francesco con i migranti, i poveri e per superare le divisioni tra il centro e la periferia. Dall’altra parte, però, in alcuni momenti è stato un po' ambiguo. Muller cita tre cose in particolari: le benedizioni delle coppie gay, il ruolo delle donne nella Chiesa e il dialogo con l'Islam. Il documento approvato sotto Francesco - dice Muller sulle coppie gay - voleva aiutare pastoralmente queste persone ma non si deve relativizzare la dottrina cattolica del matrimonio".
Sulle donne in ruoli apicali nella Chiesa invece dice: "Il problema non è la donna, il problema è un laico chiamato a presiedere quella che un tempo era una congregazione, che è espressione dell’autorità del collegio cardinalizio". Infine sul dialogo con l'Islam: "Bisogna domandarsi - conclude Muller - come è possibile che uno che crede in Dio, creatore di tutti gli uomini, possa uccidere nel nome di Dio. Dialogo sì ma evitare ogni forma di relativismo". Ne ha anche per la Cina: "Non possiamo accettare che i comunisti nominino i vescovi".