Papa Francesco, maratona di preghiere in piazza San Pietro: così Roma vive l'attesa
In tremila tra religiosi, turisti e fedeli. Il cinismo dei romani: “Perché morto un Papa se ne fa un altro”
Papa Francesco, maratona Rosari in piazza San Pietro: così Roma vive l'attesa
“Da duemila anni il popolo cristiano prega per il Papa”. Ad aprire la maratona di preghiere che andrà avanti nei prossimi giorni sino a quando... è il Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin e alla prima “chiamata” nei 47 mila metri quadri circondati dai 4 colonnati si presentano poco meno di 3 mila persone.
Parroci, turisti, suorine e fedeli. Da dove vengono
E' un piccolo esercito soprattutto composto da prelati della Curia, quell'esercito che popola lo Stato, accompagnati dai parroci da reggenti e vice delle 354 parrocchie che compongono le cinque Diocesi di Roma e poi le immancabili suorine col Rosario in mano.
Con loro un migliaio di turisti tra irlandesi, messicani, spagnoli, argentini e americani, mescolati tra i romani. Dietro le transenne, le tv di mezzo mondo che da giorni hanno montato le attrezzature per le dirette. Perché oltre la fede, l'ipotesi che Papa Francesco non reagisca più alle cure è già uno show che si prepara a fare il giro del mondo, in quelli che potrebbero essere i 30 giorni più intensi dell'Anno Giubilare.
Angelo e Stefania da San Basilio
Cielo nero e piazza illuminata a giorno con il megaschermo che replica il rosario del cardinale Parolin, Angelo e Stefania hanno rinunciato a Roma-Monza per raggiungere piazza San Pietro, lasciando lo stadio Olimpico dietro di loro.
Vengono da San Basilio. Sono novelli sposi “nella fede” e hanno scelto di portare in piazza il loro dolore, “perché è Cristo che ci ha aiutati ad uscire dalla droga e costruirci una vita diversa. Il Papa è stato per noi una luce e siamo qui per mostrare devozione, affetto e sperare in un miracolo”.
Una coppia dagli Usa: lui ex pilota Us Air Force
Emozionati e con le lacrime agli occhi, un gruppo di sacerdoti sudamericani. Hanno saputo dalla tv della casa religiosa di via Gregorio VII dell'evento e si sono precipitati. Sono in prima fila davanti alle transenne e pregano con gli occhi chiusi.
Accanto a loro due turisti americani in visita a Roma. Lui è un ex pilota Us Air Force e tiene stretta la mano della moglie costretta sulla sedia a rotelle. “Abbiamo assistito all'elezione di Francesco nel 2013 e da allora ogni anno rinnoviamo la nostra fede con un viaggio a Roma. We were supposed... Dovevamo venire a marzo per l'anniversario ma abbiamo deciso di anticipare il viaggio per il Giubileo e ora siamo qui. Per noi è stata una chiamata e siamo qui a pregare”.
I ristoranti di Borgo chiudono in anticipo
Chi non prega ma chiude le saracinesche quasi in anticipo, in un lunedì freddo e con l'umidità all'80 per cento, sono i ristoratori di Borgo, il quartierino sventrato per realizzare la spina e via della Conciliazione che pullula di tavolini.
I pochi anziani rimasti nella zona ormai commerciale e i “vecchi della padella”, hanno una sorta di sesto senso: sanno quando è il momento di lasciare i fuochi e correre in piazza. Così disertano e commentano speranzosi: “E' ancora troppo presto, dopo 12 giorni al Gemelli, il Santo Padre sta ancora lottando e lo farà per giorni. Se si dovesse aggravare sarà come sempre a notte fonda e le brutte notizie camminano veloci e da sole”.
L'antica e cinica saggezza romana: "Morto un Papa se ne fa un altro"
L'antica saggezza romana, avvezza per generazioni a funerali, conclavi e fumate nere e bianche, aiuta a orientarsi in un momento in cui la Chiesa di Roma dà il segnale che il Papa vive un momenti difficilissimi: “Ci vorranno ancora giorni e giorni e tutto sembrerà sospeso in attesa di una notizia che non vorremmo mai sentire. Ma 88 anni pesano per chiunque e la fine fa parte degli eventi della vita. Morto un Papa se ne fa un altro”.
Nell'abbraccio del colonnato si replica maredì sera. A guidare i fedeli sarà il cardinale Luis Antonio Tagle, pro prefetto del Dicastero per l'evangelizzazione.