Lo sfogo di Bakayoko: "La polizia ha messo la mia vita in pericolo"
Secondo il calciatore del Milan il problema non è l'errore ma la metodologia utilizzata
Bakayoko: "Mi sono ritrovato l'arma ad un metro da me e del passeggero, non è accettabile"
Il centrocampista del Milan Tiemoué Bakayoko commenta su Instagram il suo fermo a Milano da parte della polizia ad armi in pugno: "Le conseguenze sarebbero potute essere più gravi se non avessi mantenuto la calma, se non avessi avuto la possibilità di fare il lavoro che faccio ed essere riconosciuto in tempo". E ancora : "Sbagliare è umano. Il punto sono i modi e i metodi utilizzati, penso si sia andati oltre il dovuto - ha spiegato Bakayoko - Perché non mi hanno chiesto i documenti semplicemente dicendomelo? Nel video postato sui social non si vede tutto, quella è la parte più tranquilla di tutto ciò che sarebbe potuto accadere".
Il calciatore del Milan Timoué Bakayoko di origine ivoriane era stato fermato da una volante della polizia che da alcune ore era alla ricerca di un uomo con un cappello, a bordo di un Suv, sospettato di una sparatoria in corso Como. Armi in pugno, i poliziotti hanno fermato Bakayoko e lo hanno perquisito mentre tenevano sotto tiro l’altro occupante dell’auto del calciatore rossonero. Fino al momento in cui un terzo agente non ha controllato i documenti del centrocampista e si è reso conto di chi fosse.
Bakayoko continua: "Qualunque sia la ragione che li ha spinti a farlo, è un errore sapere di non avere certezze per i sospetti arrestati. Quali sarebbero stare le conseguenze? Mi avrebbero portato in centrale? Questo porta a farmi molte domande. Non è accettabile mettere così tanto in pericolo la vita delle persone".
De Corato (Fdi): "Assurde dichiarazioni Bakayoko, polizia ha agito come necessario"
"Dopo che due giorni fa è stato pubblicato un video in cui Bakayoko viene controllato dalla polizia, il calciatore, a distanza di 17 giorni dal fatto, dichiara che gli agenti hanno messo in pericolo lui e il passeggero. Come? Puntandogli un’arma addosso. Peggio la pezza del buco". Lo afferma l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo De Corato, commentando le dichiarazioni del giocatore del Milan, Tiemoue Bakayoko.
"Secondo lui e tutte le eccelse menti che ieri hanno gridato allo scandalo -dice De Corato- come dovrebbe intervenire la polizia quando ferma un’auto o un individuo che, in base alle descrizioni ricevute, sospetta possa essere coinvolto in una sparatoria? Gli agenti, essendo, nel momento del controllo, esposti ad un pericolo non indifferente in quanto alla ricerca di criminali armati, avrebbero dovuto utilizzare uno scudo di cartapesta con una spada di legno per essere pronti a difendersi in caso di reazione violenta e armata da parte dei fermati? Ricordo ancora che la questura ieri ha affermato che il controllo, 'occorso in un contesto operativo che giustificava l'adozione delle più elevate misure di sicurezza, anche in funzione di autotutela, si è svolto con modalità assolutamente coerenti rispetto al tipo di allarme in atto'. Dunque: gli agenti hanno fatto il loro dovere".
Certo è, aggiunge l'assessore, che "se ci si muovesse a dotare le forze dell'ordine di strumenti di autotutela come i taser, non sarebbero costrette ad impugnare le pistole". In ogni caso, "non ci sarebbero potute essere conseguenze gravi nemmeno se fosse stato un comune mortale. Lo avrebbero comunque lasciato andare". E allora "mi auguro che la vicenda si concluda qui, senza altre assurde polemiche o dichiarazioni".