Pasolini e il mistero della villa, ma l'amica Maraini tace

Pasolini ha posseduto una lussuosa dimora situata in una delle zone più chic di Roma. La scoperta de La Verità

Di Giuseppe Vatinno
Cronache

Pasolini, scoperta una villa di lusso nella Roma bene. Il caso

Una notizia è uscita recentemente su “La Verità” in un bell’articolo a firma del giornalista e regista Giuseppe Pollicelli ripreso da Dagospia, che l’ha tratta –per così dire- da una sua personale scoperta. Riportiamo le sue parole su una “sorpresa sconvolgente”: “È il caso di una scoperta compiuta in questi giorni da chi scrive e resa possibile dalla recente scomparsa dell’attrice Antonella Lualdi, che conosceva bene Pasolini per aver preso parte, nel 1959, al film di Mauro Bolognini La notte brava, liberamente ispirato ad alcuni momenti del romanzo pasoliniano Ragazzi di vita.

La scoperta è la seguente: Pasolini ha posseduto, non sappiamo se fino alla fine dei suoi giorni ma sicuramente per un periodo non breve, una lussuosa dimora situata in una delle zone più chic di Roma, quella compresa tra Ponte Milvio e l’inizio della via Cassia, nella parte settentrionale della città”. La scoperta deriva dall’attenta lettura dell’autobiografia della Lualdi, recentemente scomparsa:

“Io Antonella amata da Franco” (2018, Manfredi editore). Franco è il marito, il famoso attore Franco Interlenghi. A pagina 195 Pollicelli dunque riscopre un fatto eclatante: «Pasolini lo frequentammo moltissimo. Spesso giocava a calcio con Franco (Interlenghi, ndr), Ninetto Davoli, Franco e Sergio Citti e con tutti i suoi giovani attori. Erano interminabili partite sulla Cassia, dove Pasolini aveva una villa con un grande prato. (…) Io e Franco fummo più volte ospiti a pranzo nella sua casa di Montesacro, dove Pasolini viveva con la madre Susanna. Era una casa modestissima, niente a che vedere con la lussuosa residenza sulla Cassia».

Questo brano si presta a diverse considerazioni. Intanto è strano che si parli del quartiere romano di Montesacro, posto a Roma Nord, che non risulta essere stato mai abitato da Pierpaolo Pasolini.

Forse si riferisce al quartiere romano dal nome assonante, Monteverde, che è posto nel quadrante ovest della Capitale. Effettivamente Pasolini e la madre abitarono a Monteverde dal 1954 al 1963, prima a via Fonteiana 86 e poi in via Carini 45, molto vicino a via di Donna Olimpia dove c’è ancora una rosticceria che lo scrittore frequentava. Pasolini ne parla in alcune note poesie. Monteverde è il quartiere degli intellettuali, essendo stato abitato anche da Attilio Bertolucci e dai figli Bernardo e Giuseppe. Attualmente vi abitano i registi Nanni Moretti e Carlo Verdone.

Poi Pasolini visse da solo dal 1963 al 2 novembre 1975, giorno del suo omicidio, all’ Eur, in via Eufrate 9, vicino all’Istituto gesuita de “Il Massimo”, dove poco tempo fa è stata apposta una targa di commemorazione da Titti Di Salvo (Presidente del Municipio IX) alla presenza anche di Francesco Rutelli che nel palazzo –racconta- aveva una fidanzata e dove incontrò il poeta pochi giorni prima che fosse ucciso.

All’Eur, oltre a Pasolini, hanno abitato anche intellettuali come il musicista Ennio Morricone e il poeta Giuseppe Ungaretti. Prima di Monteverde Pasolini visse anche a Rebibbia, a via Giovanni Tagliere 3 e lo stesso Pollicelli ha fatto un cortometraggio, “Pietralata”, sul quartiere. Una conferma indiretta di una possibile villa di Pasolini sulla Cassia viene anche dal libro “Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell’Italia di una volta” (Il Saggiatore, 2011). A pagina 198 leggiamo infatti:

«Mi è capitato di incontrare Pasolini una volta sola, a casa sua a Ponte Milvio (che è vicino appunto alla Cassia, ndr). Ci capitai per caso con un borgataro di San Basilio, che mi aveva rimorchiato. Si chiamava Mario come me e abbiamo fatto amicizia. Una sera mi ha portato a casa di Pasolini e quando siamo arrivati c’era un’orgetta. Ma erano cose che a me non piacevano. Pasolini era legato al letto e c’erano vari ragazzi nudi intorno. Erano giochi erotici che a me non interessavano e me ne sono andato. Pasolini non si è neanche accorto».

C’è da dire che Pasolini dà testimonianza del suo avvicinarsi alla tematica sado – maso nel film scandalo “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, che fu anche il suo ultimo film e forse ebbe anche un ruolo nel movente del delitto. Dunque questa “scoperta di una villa segreta” è una scoperta letteraria e non documentale. Ma potrebbe rivelarsi una interessante fonte storiografica per ricostruire gli ultimi anni dello scrittore, poeta e regista. Ci si potrebbe chiedere se questa deduzione è vera e se qualcuno che è ancora in vita possa confermare.

Ad esempio, la compagna di Alberto Moravia e intima amica di Pasolini, Dacia Maraini dovrebbe conoscere perfettamente la verità visto che lei Moravia e Pasolini erano comproprietari di una villa al mare a Sabaudia. Un resoconto di quel periodo si può trovare in un articolo uscito su Repubblica il 2 agosto 1994: “La bella estate. Io, Alberto e Pier Paolo”, di Enzo Siciliano. Se la Maraini conosce la verità deve dirla perché restituirebbe un quadro più completo del regista friulano, ma presa com’è a vergare articoli “contro il patriarcato” sembra difficile che risponda.

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