Patrick Zaki, udienza rinviata al 6 aprile: "Ma non scappo dall'Egitto"
Prima dell'udienza Patrick Zaki è stato tenuto "circa mezz'ora" nella "gabbia degli imputati"
Processo a Patrick Zaki rinviato al 6 aprile
Il processo a Patrick Zaki è stato aggiornato al 6 aprile. Lo ha detto all'Agi il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury. "E' un'attesa ancora enormemente lunga quella di Patrick per avere finalmente la sua liberta'. E' una data che ricorre quella del 6 aprile: nel 2020 e nel 2021 c'erano state altre udienze in questa data.
Speriamo che sia l'ultimo giorno in cui Patrick si presentera' di fronte a un giudice e fino ad allora c'e' da aspettare, da stargli vicino e accompagnarlo in questa lunga attesa di quella che speriamo sia l'ultima udienza".
Prima dell'udienza Patrick Zaki è stato tenuto "circa mezz'ora" nella "gabbia degli imputati". Lo ha detto a giornalisti lo stesso attivista egiziano dopo aver confermato che "la corte ha appena deciso di rinviare l'udienza al 6 di aprile. Adesso sono libero ed e' un bene".
Zaki: "Voglio finire il master a Bologna ma non scappo dall'Egitto"
Il piano piu' immediato e' "tornare a Bologna, il prima possibile e rimanere li' per un periodo lungo. Spero di essere con i miei colleghi per l'inizio del prossimo semestre, che e' fra pochi giorni. Cosa succedera' dopo non lo so: so che continuero' a lavorare sui diritti umani". Aveva dichiarato a Patrick Zaki a Repubblica prima dell'udienza.
Ma "non lascero' l'Egitto per sempre. Il mio lavoro riguarda l'Egitto. Non voglio scappare. Io partiro' quando si potra', ma la mia famiglia restera' qui: verra' a trovarmi, certo, ma questo e' il mio Paese. Non lo abbandono".
"Sono una persona normale come lo sono i miei genitori, ero uno studente tra migliaia e ora mi conoscono in tutta Bologna e in tutta Italia. Ho interloquito con Liliana Segre, il presidente Sergio Mattarella mi ha citato due volte, i diplomatici dell' ambasciata italiana in Egitto sono stati piu' che presenti. Sto vivendo tutto questo affetto a distanza ed e' molto intenso, mi porto dentro l'esperienza del carcere ma anche la solidarieta' che ha generato. Qualsiasi cosa accada, saro' sempre grato a Bologna, all'Italia".
Il Rettore dell'università di Bologna: "Siamo con lui. Continua attesa vigilando"
"La vita di Patrick e' di nuovo sospesa, e la nostra con la sua. Ci tocca trattenere il fiato che oggi era pronto a esplodere in un grido di gioia": cosi' il Delegato per le studentesse e gli studenti dell'Universita' di Bologna Federico Condello, dopo la notizia che il processo a Patrick in Egitto, che avrebbe potuto mettere la parola fine alla sua contriversa vicenda giudiziaria, e' slittato al prossimo 6 aprile.
"Almeno ci conforta pensare che la liberta' per ora non gli e' tolta, che i suoi cari sono intorno a lui e che l'attenzione internazionale resta altissima- continua Condello - E alta dovra' restare per questi mesi, durante i quali non smetteremo mai di far giungere a Patrick il sostegno di tutto l'Ateneo, dove lo attendono 90.000 compagni di studio che lo rivogliono fra loro".
Patrick Zaki, ricorda l'Ateneo, fu arrestato all'aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020, mentre stava tornando a casa per un breve periodo di pausa prima di iniziare il suo secondo semestre di studi all'Universita' di Bologna, dove si era iscritto al Master europeo GEMMA in Studi di genere e delle donne. Da allora, rinvio dopo rinvio, ha passato in carcere 22 mesi. Fino allo scorso 8 dicembre, quando e' stata decisa la sua scarcerazione, ma non la conclusione del suo processo, rimandato alla nuova udienza prevista per oggi.
Patrick era arrivato in Italia nel settembre 2019 con una prestigiosa borsa di studio Erasmus Mundus, ottenuta dopo un rigoroso processo di selezione che ha visto quasi seicento domande da parte di studentesse e studenti di tutto il mondo, con 29 borse assegnate in tutta Europa di cui 3 a Bologna.
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