Pestaggi in carcere, "Vestiti insanguinati e costretti a mangiare per terra"

I racconti dei detenuti di Santa Maria Capua a Vetere. "Niente ricambi, prodotti per l'igiene e mascherine". L'ispezione notturna a sorpresa di un magistrato

Cronache
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Pestaggi in carcere, "Vestiti insanguinati e mangiavamo per terra"

Le violenze subite in carcere dai detenuti nel pieno dell'emergenza Covid, a Santa Maria Capua a Vetere continuano a far registrare nuovi retroscena. Dagli interrogatori - si legge sul Corriere della Sera - emergono fatti inediti sulle conseguenze di quei pestaggi da parte degli agenti penitenziari del 5 aprile 2020. "Le condizioni della cella - spiega uno dei detenuti picchiati - erano pessime, era sprovvista di coperte, lenzuola, tavoli e sgabelli, tanto è vero che per circa cinque o sei giorni siamo stati di fatto costretti a mangiare a terra. Nel Danubio sono rimasto quattro giorni in isolamento, in particolare la sera del 6 non ci è stato somministrato il pasto, né l’acqua, né i farmaci. Non ci è stata, altresì, data la possibilità di cambiarci per quattro giorni".

Il dottor Puglia citato in uno dei verbali è Marco Puglia, - prosegue il Corriere - il magistrato di sorveglianza che la sera del 9 aprile decise di fare una ispezione nel reparto di isolamento del carcere di Santa Maria. «Entrai nella cella (...) sita al primo piano. Mi affacciai in bagno e vidi che non aveva alcuna dotazione e non vi era alcuna possibilità di pulirsi, il che considerando che ci trovavamo in piena emergenza Covid risultava ancor più indegno ed insalubre. Ricordo con precisione che vi era il materasso di gomma piuma privo della copertura che, in assenza di lenzuola, era stato utilizzato come coperta. Mancava il cuscino ed il detenuto aveva arrotolato il materasso in modo che potesse fungere da cuscino".

"Sono stato - spiega un altro carcerato picchiato - nella cella 16 per circa dieci giorni, di cui sei passati senza ricambi, lenzuola, e prodotti per l’igiene, oltre che senza mascherine. A distanza di sei giorni ricordo che è arrivato il dottor Puglia e solo in quell’occasione, per la precisione poche ore prima, ci sono state distribuite le lenzuola, un cambio e saponi per la doccia. Una volta collocati nelle stanze del Danubio, ci hanno lasciati lì per cinque giorni, con gli abiti sporchi e senza la possibilità di cambiarci nemmeno gli indumenti intimi, ancora sporchi di sangue. Non ci sono stati dati nemmeno il dentifricio ed i prodotti per l’igiene".