Streaming illegale, il presidente della Fapav ad Affari: "Ecco come è stato inferto un colpo letale alla criminalità"

Federico Bagnoli Rossi: "Grazie alla Procura scoperta una rete mostruosa di pirateria"

di Franco Pasqualetti

Federico Bagnoli Rossi, presidente FAPAV

Cronache

Streaming illegale, Take Down contro la pirateria digitale. Il presidente della Fapav Bagnoli Rossi ad Affari: "Inferto un colpo letale alla criminalità"

Da anni è uno dei maggiori esperti in Europa di pirateria e audiovisivo. Un presidente di Federazione capace di aggiornandosi con le nuove tecnologie fino a diventare uno dei massimi esperti in Italia sullo streaming illegale. Federico Bagnoli Rossi, presidente della Fapav (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali), spiega ad Affaritaliani l'importanza dell'operazione portata a termine dalla procura di Catania e che ha visto uno sviluppo su numerosi paesi europei.

Si tratta dell'ennesima operazione spot che in poche ore sarà vanificata dall'arrivo di nuovi codici che faranno continuare a vivere il cosiddetto "pezzotto"?

"Credo assolutamente che non sia così, oggi è stato inferto un colpo letale alle organizzazioni criminali che operano nel mondo della diffusione di contenuti digitali, sportivi e cinematografici".

Cosa glielo fa pensare?

"In primis la ramificazione dell'organizzazione che coinvolgeva, a volte, anche gli stessi utenti che diventavano rivenditori del malaffare, creando un giro pauroso di illegalità. Un business a nove zeri che va ad alimentare uan macchina criminale e che innesca una spirale enorme che arriva ben oltre i confini della nostra nazione".

Anche in questo campo gli italiani sono top seller?

"Purtroppo sì e il fatto che tutta questa mega operazione sia partita proprio da Catania ne è la conferma. Decine di persone coinvolte, una rete paurosa di tecnologia applicata alla pirateria che andava a creare un danno enorme alle case di distribuzione e alle varie piattaforme".

Ci spiega cosa è questo fantomatico "Pezzotto"

"Dal punto di vista tecnico, il pezzotto è un decoder o box pirata che si connette a server illegali gestiti da organizzazioni che operano nel mondo della pirateria digitale. E' stato brevettato a Napoli ma ha avuto un'espansione in tutta l'Italia".

Quanto costa il Pezzotto?

"Come per le grandi piattaforme i criminali hanno scelto tariffe che variano a seconda del pacchetto, in media una decina di euro al mese o poco più per avere tutti i contenuti free".

Rischia anche chi lo utilizza oltre a chi fornisce il servizio?

"Assolutamente sì e l'operato della Procura, cui va un nostro enorme plauso, è la conferma che gli utilizzatori spesso diventano dei rivenditori ad amici e parenti innescando una catena di illeciti davvero pericolosa".

Di solito queste operazioni durano il tempo della conferenza stampa e il giorno dopo o la sera stessa già ci sono i nuovi codici...

"Stavolta non credo sia così. Poi è normale come in ogni battaglia la costanza di intervento è fondamentale. Noi come associazione segnaliamo spessissimo siti che trasmettono programmi cinematografici in streaming, li facciamo chiudere poi cambia la stringa del sito e tutto continua ma è una lotta che va combattuta".

Perché?

"Perché la pirateria uccide il cinema e chi investe onestamente. Se si punta sull'illegalità si foraggia la criminalità e si mettono a rischio centinaia di posti di lavoro onesti".

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