Piemonte e Pd, le pressioni su Letta e Fassino per piazzare assessori. Le chat

Spunta il "burattinaio", così il re delle tessere Salvatore Gallo teneva in mano i dem in Regione

Di Redazione Cronache
Piero Fassino e Enrico Letta
Cronache

Inchiesta Piemonte, le telefonate per ottenere poltrone dal Pd

Dalle intercettazioni relative all'inchiesta sugli scandali in Regione Piemonte e la presunta compravendita di voti, emerge il quadro sul "sistema" e si capiscono le le mosse di Salvatore Gallo, il "re delle tessere" per ottenere le nomine di suoi uomini come assessori. È l’ottobre 2021. Salvatore Gallo è furioso. Ha piazzato tre consiglieri - riportano le carte dell'inchiesta pubblicate da Il Fatto Quotidiano - ma non gli concedono nulla: "Facciamo una figura di merda (...) Siamo gli unici tagliati fuori". In una telefonata intercettata Gallo si sfoga col figlio Raffaele, capogruppo (dimissionario) del Pd in Regione, che prova a placare il padre e ritiene "inopportuno" tirare per la giacchetta il sindaco Lo Russo. Il genitore però gli ricorda un antefatto. Nel 2011 "anche Fassino" non voleva nominare nella sua giunta l’altro figlio di Gallo, Stefano, e per sbloccare la situazione "era stato necessario far intervenire Ignazio Moncada": "Fassino non voleva neanche tuo fratello assessore... ed era uscito primo (per numero di preferenze, ndr)".

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"Se non c’era Ignazio davanti a me, - prosegue Gallo nell'intercettazione agli atti dell'inchiesta che riporta Il Fatto - che ha preso il telefono... Ma tu dovevi vedere come lo ha trattato (Fassino)". Il "re delle tessere" del Pd torinese Salvatore Gallo era pronto a premere sui più alti livelli del partito, l’ex primo cittadino Piero Fassino e l’allora segretario dem Enrico Letta, tramite Ignazio Moncada, uomo di raccordo tra affari, politica e servizi. "Se abbiamo l’acqua alla gola Ignazio è a Roma, dico fa una telefonata a Letta... e dica che il suo delfino si comporti come un uomo. Gli facciamo fare una telefonata da Letta, eh?". Così - stando alle carte e a quanto riporta Il Fatto - Gallo riusciva a piazzare assessori a lui molto vicini in Regione.

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