Polizia, “il 20% non è vaccinato Covid”.In esclusiva i sindacati ad Affari
Green Pass: vaccinati e non a lavoro nelle stesse volanti e uffici ma non possono entrare in mensa. I poliziotti e i carabinieri non vaccinati sono...
La polemica esplosa sui social, in seguito alla foto pubblicata dal sindacato di Polizia FSP dei poliziotti che pranzano sui gradini di una struttura perché con l'obbligo del Green Pass non possono accedere alla mensa comune, non si è conclusa con un nulla di fatto.
Lo fa sapere Fabio Conestà del sindacato di Polizia Mosap ad Affaritaliani.it: “Abbiamo chiesto un buono pasto da 7 euro, come quello che viene corrisposto nei commissariati dove non ci sono le mense, per i poliziotti che non possono entrare perché non muniti di Green Pass. Bisogna poi individuare delle strutture dignitose per permettere i pasti. Gli agenti non possono pranzare sui cofani delle auto o sulle scalinate. Il controsenso della normativa con una circolare diramata in fretta e furia è evidente. Molti uffici italiani però si stanno attrezzando”.
Il sindacalista fa poi esplicitamente riferimento alla contraddizione segnalata da Affaritaliani: vaccinati e non vaccinati, appartenenti ai medesimi corpi e reparti, svolgono insieme servizio nella stessa automobile, condividono lo stesso alloggio, la stanza dell'ufficio ma non possono, se non hanno il Green Pass, sostare insieme nella mensa comune per consumare il pasto. Da qui la domanda: nelle mense ci si può contagiare e nel resto delle strutture al chiuso in cui si lavora tutti i giorni no? Perché? Mistero.
Abbiamo chiesto al Mosap quanti non vaccinati ci sono nella Polizia di Stato. E il sindacato ci fa sapere che su una forza di 98.000 agenti si sono vaccinati 76.600, 11.000 circa hanno avuto il Covid. Questi ultimi più altri 10.400 per un totale di 22.400 non sono vaccinati. In sintesi, per motivi diversi, poco più del 20% degli agenti di polizia, non sono vaccinati.
Ci conferma lo stesso dato Tonino Guglielmi del Sap di Bologna, “sappiamo che i non vaccinati in polizia sono circa il 20%. A Bologna siamo intorno al 30%”. E aggiunge: “Il problema non è affatto quello dei non vaccinati. Viviamo una situazione assurda, di promiscuità e di mancanza di mezzi, altro che non vaccinati. Adesso si impone il Green Pass per le mense? Siamo alla follia. Anche individuando degli spazi dove far pranzare i non vaccinati si compie una discriminazione, stigmatizzando coloro che hanno scelto di non farsi iniettare il siero. Non possiamo agire così”.
Situazione oggettivamente non di facile soluzione finché è in vigore una norma come il Green Pass.
Il Comando Generale dei Carabinieri è intervenuto predisponendo degli spazi in cui far pranzare i non vaccinati. L'accesso alle mense è consentito a chi è in possesso del Green Pass ma dove non sia possibile la fruizione in spazi all'aperto per chi non è in possesso del certificato, la fruizione deve essere assicurata nei modi previsti dalle norme vigenti.
“E' chiaro”, spiega ad Affaritaliani.it Roberto Di Stefano del sindacato dei Carabinieri NSC “che in assenza di un obbligo vaccinale per qualsiasi attività professionale degli appartenenti all'Arma dei Carabinieri, è obbligo delle singole strutture dell'Arma di fornire spazi adeguati per far consumare il vitto a chi non possiede il green pass (per qualsiasi ragione) ed evitare assolutamente scene di colleghi che mangiano nei sottoscala, appoggiati su un cofano di una macchina o situazioni simili, incresciose e totalmente incivili. Il take away va anche bene, ma devono essere predisposte aree dove consumare il pasto in asporto. Il Nuovo Sindacato Carabinieri chiede che in assenza di queste possibilità (che saranno ovviamente complicate dalle condizioni meteorologiche) sia immediatamente prevista e disciplinata, senza nessun ritardo e complicazioni, l'attribuzione dei buoni pasto o di rimborsi specifici sulle competenze stipendiali ai Carabinieri che ne hanno diritto”.
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L'ufficio stampa dell'Arma ci fa sapere che “su una forza totale di oltre 100.000 militari la quasi totalità dei Carabinieri ha deciso di vaccinarsi. A coloro che non l’hanno ancora fatto, una quota inferiore al 3% di tutti i militari, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha indirizzato vari contributi tra cui uno spot di sensibilizzazione diffuso sui canali interni dell’Istituzione”. Alla realizzazione hanno partecipato il campione olimpico Luigi Busà, l’attore Francesco Pannofino e il direttore dello Spallanzani il professor Francesco Vaia.
Anche Luca Marco Comellini, segretario generale del Sindacato dei Militari fa sentire la sua voce:
“Sul pericoloso effetto divisivo tra favorevoli e contrari al Green Pass non c'è solo quanto leggiamo sui social, spesso caratterizzato da preoccupanti sentimenti di odio e discriminazione verso coloro che hanno scelto di non sottoporsi alla vaccinazione non obbligatoria. Da ieri stiamo ricevendo decine di segnalazioni, da ogni caserma d'Italia, di comportamenti discriminatori da parte di militari in danno di altri militari”. Una situazione, per il sindacato, preoccupante ma da contrastare nelle eventuali pratiche discriminatorie che si svilupperanno.
“Per questo motivo”, aggiunge Comellini, “ho dato mandato ai legali del sindacato, avvocati Piero Santantonio e Giulio Murano, affinché valutino e conseguentemente denuncino alle autorità giudiziarie competenti la sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti rinvenibili nelle disposizioni emanate dai vertici militari e nella loro concreta attuazione presso gli Enti e Reparti fino al più basso livello di comando. Sappiano gli illuminati generali che hanno deciso di assecondare le perverse e pericolosamente discriminatorie fantasie del Governo Draghi che non ci fermeremo solo agli aspetti delle disposizioni relative al Green Pass o dei contratti relativi agli appalti di gestione delle mense e dei servizi di catering, ma denunceremo anche ogni più piccola violazione della legge a cominciare dalla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro senza tralasciare, perché li consideriamo ancora più gravi e pericolosi, i comportamenti discriminatori commessi da militari in danno di altri militari”.