Ponte sullo Stretto di Messina, ecco quanto potrebbe costare

La grande infrastruttura dovrebbe valere 14,6 miliardi di euro, ma si prevede che il traffico complessivo non bilancerà le spese di costruzione e gestione

di Ulisse Spinnato Vega
Ponte sullo stretto
Cronache

Ponte sullo Stretto di Messina, fatto il progetto chi metterà i soldi?

Un’opera forse bella a vedersi, ma poco trafficata. Una specie di cattedrale nello scenografico deserto dello Stretto di Messina. Il progetto del grande ponte ha riacceso i motori con il decreto voluto fortemente dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, testo ora in discussione alla Camera. Al momento si conoscono i costi di partenza, ma non si capisce ancora chi ci metterà i soldi.

La grande infrastruttura dovrebbe valere 14,6 miliardi di euro, compresi 1,1 miliardi di opere complementari. Nel conto mancano gli interventi di ottimizzazione e di complemento alle connessioni stradali, quindi fatalmente si sforeranno i 15 miliardi. Una cifra molto più alta rispetto ai 10 miliardi ipotizzati soltanto alcune settimane fa e quasi doppia rispetto agli 8,5 miliardi del progetto approvato nel 2011. Nel Def si snocciolano le cifre, ma con gli attuali chiari di luna del bilancio pubblico mancano naturalmente le coperture, che il Mit e la maggioranza garantiscono però di reperire a partire dalla prossima legge di Bilancio.

Eh sì, perché Salvini il ponte immagina di tirarlo su con i soldi dello Stato. Mentre, per fare un paragone, 40 anni fa Margaret Thatcher assicurò che non un penny pubblico sarebbe stato investito nel tunnel della Manica, forse perché, oltre alla fedeltà al proprio credo iper-liberista, aveva capito l’antifona: i costi di costruzione esplosero infatti dai 3 miliardi di sterline preventivati fino a 10 miliardi (11,5 miliardi di euro).



Il nodo di chi ci mette i soldi, comunque, non è importante solo per la spesa di costruzione in sé, ma anche perché poi influenza la sostenibilità nella gestione e nella fruizione dell’opera. Se il ponte sullo Stretto fosse tutto o quasi a carico dello Stato, magari con il concorso della Ue o della Bei, si potrebbe immaginare un’opera a bassissimo pedaggio e a carico della fiscalità generale, quindi pagata da tutti, anche da chi non la usa.

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Se invece, come è possibile che accada visti i margini stretti dei conti pubblici, l’opera sarà finanziata in buona o larga parte dai privati, magari con uno schema di partenariato pubblico privato che peraltro è stato completamente rivisto nel Codice degli appalti, allora le tariffe di attraversamento potrebbero salire parecchio. Basti dire che sempre l’Eurotunnel oggi costa oltre 200 euro per un’automobile su un’andata e ritorno tra Francia e Inghilterra. Più di molti voli Parigi-Londra. Mentre il ponte Øresund, che collega Danimarca e Svezia, costa 59 euro per singola tratta per una normale vettura con passeggeri.

Ponte sullo Stretto di Messina, una gigantesca infrastruttura dai costi certi, ma dalla resa economica dubbia

Una macchina media con una famiglia di quattro persone spende circa 35 euro per singola tratta sui traghetti tra Messina e Villa San Giovanni. Non è affatto detto che il pedaggio su tre chilometri di ponte costerà meno, anzi. E allora l’infrastruttura avrà una resa economica sufficiente al suo mantenimento o addirittura a garantire un profitto di gestione? Chi la utilizzerà davvero? Il presidente dell'Autorità di sistema portuale dello Stretto, Mario Paolo Mega, in audizione alla Camera ha chiesto che la progettualità non consideri “esclusivamente, o come prioritarie, le esigenze di mobilità sulla media e lunga percorrenza”, ma ponga “grande attenzione soprattutto alla mobilità dei pendolari”.



Non sarà facile: chi oggi traghetta ogni giorno per lavoro a piedi o con mezzi leggeri paga pochi euro (4,50 euro andata e ritorno senza mezzi al seguito). Mentre, ad esempio, i messinesi che vivono nella parte bassa della città dovranno verosimilmente compiere delle circonvoluzioni urbane in auto abbastanza ampie per arrampicarsi sulle rampe che portano al ponte, laddove l’accesso alle navi risulterà più rapido e immediato, oltre che probabilmente più economico (ma poi dipenderà dalle politiche tariffarie per pendolari e residenti dell’area).

In ogni caso, per il ponte sullo Stretto servirebbe una analisi trasportistica indipendente dei costi e dei benefici che oggi non si scorge all’orizzonte. Francesco Ramella, economista dei trasporti e direttore esecutivo di Bridges Research, un think tank specializzato nelle politiche dei trasporti, ad Affaritaliani spiega: “Stiamo studiando l’opera e tutti i fattori in gioco. Non sembra essere un disastro come il Tav Torino-Lione o l’Av Salerno-Reggio Calabria, ma probabilmente i benefici non arrivano a coprire i costi. Si è passati da 10 a 15 miliardi in tre mesi e alla fine probabilmente il ponte porterà via non meno di 20 miliardi. Ma quell’opera non vale 20 miliardi, ne vale tra cinque e 10 in termini di benefici ambientali, sociali, economici e considerando tutte le possibili esternalità positive”. In ogni caso, aggiunge, “sul locale cambierà poco, non a caso il servizio navi rimarrà operativo”, infatti “il tempo di percorrenza più veloce di oggi in traghetto è di soli 25 minuti, se parliamo di aliscafo.

Ma il ponte non influirà molto nemmeno sul traffico passeggeri a lunga percorrenza: i viaggi aerei da Roma e dal nord Italia verso la Sicilia saranno ancora più veloci e meno costosi rispetto a quelli ferroviari”. Peraltro l’Alta velocità Salerno-Reggio farà risparmiare al massimo 40-45 minuti secondo alcune analisi trasportistiche e già oggi la linea opera con un livello di saturazione in media non superiore al 50%. Mentre chi si sposta in auto dal Centro-Nord in gran parte preferisce imbarcarsi a Genova, Civitavecchia o persino Napoli e Salerno.

Quanto costerà il pedaggio dell’eventuale mega-collegamento non è chiaro, però si possono azzardare stime sulle spese di manutenzione a regime. Di norma, gli esperti calcolano una media 500mila euro di costi annui per ogni chilometro di ponti o viadotti. In questo caso l’esborso si aggirerebbe tra 1,5 e 2 milioni di euro, ma considerando le peculiarità dell’area (forti venti, salsedine, fondali instabili, rischio sismico) e il fatto che si tratta di un attraversamento sia stradale che ferroviario, è probabile che la spesa si avvicini ai 3 milioni all’anno per mantenere il manufatto in piena sicurezza ed efficienza. Senza considera il numero di giornate nelle quali, per condizioni meteo avverse, il ponte rischia di rimanere chiuso.   

Ponte sullo Stretto di Messina, un traffico insufficiente a coprire i costi di gestione e manutenzione

L'attuale traffico attraverso lo Stretto è di circa 11 milioni di passeggeri annui, 2,6 milioni di veicoli merci tra leggeri e pesanti, 5,7 milioni di tonnellate di beni e circa 60mila vagoni ferroviari. In un recente articolo sul sito dell’istituto Iref (Institute for research in economic and fiscal issues), lo stesso Ramella stima che grazie al ponte il tempo di spostamento si ridurrebbe di circa 40 minuti rispetto al traghetto. L’esperto aggiunge: “I vantaggi monetari del risparmio di un'ora di tempo sono generalmente stimati in 20 euro per passeggero e 50 euro per veicolo merci. I benefici annui sarebbero quindi di circa 240 milioni, se il traffico rimane costante”.

Ma supponendo che la nuova infrastruttura attiri più traffico grazie alla diminuzione del tempo di percorrenza e ipotizzandone una crescita del 50%, che è un traguardo rilevantissimo, “il beneficio per l'utenza stimato attraverso la Regola della metà (il surplus netto del consumatore è in media la metà della variazione temporale nell'ipotesi che il prezzo della traversata rimanga lo stesso), ammonterebbe a circa 60 milioni di euro l'anno”, snocciola Ramella. E chiosa: “Anche se sarebbe necessaria un'analisi molto più dettagliata”, tuttavia “sembra improbabile che questo investimento abbia un senso economico”. 

WeBuild fa sapere in giro per vie informali che ci metterebbe sei anni e mezzo a costruire il ponte. Se il progetto esecutivo dovesse essere pronto, come da programma, nel luglio 2024, allora potremmo avere l’opera completa entro i primi mesi del 2031. Sarà così? Vedremo. E soprattutto vedremo se poi qualcuno questo ponte lo userà davvero.

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