Pozzolo, i testimoni: "Ha sparato lui". Ma la pistola finì in mano a un agente
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Due testimoni smentiscono Pozzolo: "Ha sparato lui". Ma la pistola finì anche a un agente di scorta
Con il rientro in città della procuratrice capo Teresa Angela Camelio, che riprende il servizio la prossima settimana dopo una breve assenza per le vacanze di Natale, entreranno nel vivo gli interrogatori dei testimoni che erano presenti a Rosazza la notte di Capodanno al veglione nel corso del quale dalla pistola del parlamentare Emanuele Pozzolo è partito un colpo che ha ferito il 31enne Luca Campana. Due le deposizioni più attese, quella dello stesso Pozzolo e quella del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro.
Quest'ultimo ha sempre dichiarato di non essere stato presente al momento dello sparo in quanto si sarebbe trovato all'esterno intento a caricare in auto alcune borse con gli avanzi della cena. Una versione confermata dall'agente di scorta che lo accompagnava in quel momento. Dalle poche indiscrezioni trapelate su quanto finora messo a verbale emerge in modo più nitido il quadro dei presenti a Rosazza.
Gli agenti della polizia penitenziaria sarebbero stati in tutto quattro, due in servizio e due rientrati per accompagnare a casa Delmastro. Qualcuno di loro, come certamente il caposcorta Pablito Morello, era accompagnato dai familiari: è il caso proprio del 31enne ferito, che è il compagno della figlia di Morello, anch'essa presente con i figli. C'erano poi alcuni politici locali, tutti esponenti di Fratelli d'Italia e fedelissimi di Delmastro, pure accompagnati dalle famiglie. In tutto sembra che fossero presenti dalle 20 alle 30 persone. Con le ultime deposizioni il quadro dovrebbe risultare sufficientemente chiaro, in attesa dei risultati degli accertamenti tecnici dei Ris di Parma sui campioni prelevati da Pozzolo.
Secondo il Corriere della Sera, "ci sono due testimoni che forniscono una ricostruzione precisa e concordante" con entrambi che "smentiscono la versione fornita pubblicamente e al suo partito da Pozzolo". Entrambi giurano: «È stato lui a sparare». Come spiega il Corriere della Sera, "la loro identità viene al momento tenuta riservata ma è già stato escluso che possano essersi messi d’accordo anche perché hanno ruoli diversi e sono stati comunque ascoltati poco dopo il fatto".
Sempre secondo quanto scrive il Corriere della Sera, Pozzolo "arriva da solo, alcuni presenti diranno ai carabinieri di aver notato «che era un po’ su di giri, piuttosto brillo». Poco dopo l’una ci si comincia a preparare per andare via. La prima a lasciare la festa è la sindaca, altri mettono in ordine per portare via le cose. Delmastro va verso la macchina, a circa 200 metri, per caricare alcune borse. Pozzolo rimane nella sala, alcuni invitati gli sono accanto. Parte il colpo di pistola".
Ma secondo Repubblica, "Pozzolo non sarebbe stato l’unico a impugnare la pistola". Si legge che "avrebbe maneggiato l’arma anche un secondo uomo, che stava vicino al parlamentare nella sede della pro loco di Rosazza. Si tratterebbe di un agente della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. È quanto trapela dopo l’audizione, in procura a Biella, dei primi testimoni. Se l’ipotesi trovasse conferme scientifiche, come l’analisi delle impronte, si aprirebbe uno scenario più complesso sul veglione. Anche se finora, va precisato, non esisterebbe alcun elemento di prova che porti a ipotizzare che l’autore dello sparo possa essere una persona diversa da Pozzolo", conclude Repubblica.