Prete arrestato a Prato, festini e droga. Confessa: "Colpa della coca"

Don Spagnesi sieropositivo, conferma di aver taciuto la sua condizione agli invitati dei festini

Prete
Cronache
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Dopo l'arresto per spaccio di stupefacenti e appropriazione indebita - acquistava la droga coi soldi delle offerte dei fedeli per poi fare festini col compagno - l'ex parroco della chiesa dell'Annunciazione alla Castellina, don Francesco Spagnesi, confessa: "Non mi riconosco più, il vortice della cocaina mi ha ingoiato". Davanti ai suoi legali, Federico Febbo e Costanza Malerba, si legge sul CorSera, racconta: "La droga mi ha fatto tradire i miei parrocchiani, mi ha spinto a mentire, a compiere azioni delle quali mi vergogno".

Finito ai domiciliari martedì 15 settembre, il sacerdote 40enne è stato raggiunto da un nuovo avviso di garanzia della procura pratese in relazione alla sua sieropositività, condizione della quale aveva tenuto all'oscuro gli invitati agli incontri. Incontri ai quali, secondo quanto ha confessato durante l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice, ogni volta partecipavano dalle 20 alle 30 persone, e che gli sono valsi l'accusa per tentate lesioni gravissime. "Chiedo perdono a tutti", ha dichiarato, promettendo che restituirà "i soldi che per acquistare la droga" ha rubato "alla curia e alla carità" dei parrocchiani. Ai legali ha detto che venderà tutti i suoi beni, "anche la casa in montagna".

Don Spagnesi dovrà restituire oltre 200 mila euro. Ai fedeli raccontava che il denaro era necessario per opere di carità, mentre invece lo impiegava per comprare cocaina e Gbl, nota come la droga dello stupro, che poi usava nelle feste insieme al compagno, e a diversi professionisti invitati via internet. Il sospetto della procura pratese è che possa aver infettato più persone, le quali ignoravano la sua sieropositività. Il compagno dell'ex parroco si è sottoposto a un test Hiv. "Non ho detto niente", ha confermato Spagnesi, riporta ancora il CorSera, "perché ero in cura, prendevo dei medicinali antiretrovirali e dunque non ero contagioso anche se per alcuni mesi ho interrotto la terapia".