Preti pedofili, finanziati con l'8 per mille e difesi da avvocati della Chiesa
È questa l'imbarazzante realtà che sta emergendo dal processo per violenza sessuale su minori in corso ad Enna
Preti pedofili, i soldi dei fedeli utilizzati per pagare gli avvocati con l'8 per mille
La Chiesa cattolica nei confronti dei preti pedofili non è rigida come si potrebbe pensare. Dal processo in corso a Enna sulle violenze sessuali ai danni di minori, sta emergendo - si legge sul Domani - una realtà imbarazzante. i vescovi italiani usano i fondi statali dell'8 per mille anche per tutelare i sacerdoti accusati di pedofilia, come se si dovessero difendere da una persecuzione contro la Chiesa cattolica, pagando anche gli avvocati.
Nel processo in corso a Enna contro don Giuseppe Rugolo, imputato per violenza sessuale su un minore, si è scoperto che il vescovo di Piazza Armerina lo ha coperto per anni. Lo ha ammesso durante una drammatica udienza del processo. Anni fa, quando gli fu chiesto un commento sul caso del prete pedofilo, rispose: "Non ho capito di chi si parli. Abbiamo tanti casi".
Questi pedofili protetti - prosegue Il Domani - sono numerosi, più di quelli rilevati dalla giustizia dello stato. Per il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana è durissima l'udienza fiume del 10 ottobre scorso, durante la quale ha deposto come testimone. Esita, si confonde, non ricorda: di fronte alle contestazioni degli avvocati di parte civile, che gli leggono le intercettazioni con le sue dichiarazioni, si contraddice, in evidente difficoltà, tanto che il procuratore lo richiama più volte fino ad ammonirlo "a mettersi d'accordo con sé stesso".
Giuseppe Rugolo è accusato di aver abusato di tre ragazzi, e il vescovo, di fronte alle domande del procuratore, è in evidente imbarazzo. È dal gennaio 2021, da quando la storia di don Giuseppe è arrivata a conoscenza dell'opinione pubblica, che monsignor Gisana si tormenta.