Processo Vaticano, giallo sul Papa testimone. Le leggi della Chiesa lo vietano

Gli avvocati difensori chiedono di poter ascoltare il Pontefice sulla trattativa per l'acquisto del palazzo di Londra

Cronache
Condividi su:

Processo Vaticano, il Papa chiamato a testimoniare. Ma è giallo

Il processo per lo scandalo Vaticano prosegue sempre più a fatica. Ma adesso è destinato a complicarsi ulteriormente dopo la decisione degli avvocati di sentire Papa Francesco come testimone. Due legali difensori nel processo per la gestione dei fondi della Santa Sede, - si legge su Repubblica - che rappresentano il funzionario vaticano Fabrizio Tirabassi, hanno chiesto al Tribunale di valutare l’opportunità di sentire il Papa su cosa lui conoscesse della trattativa col broker Gianluigi Torzi sull’acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra. L'avvocato Panella ha evidenziato che la possibilità di sentire un Capo di Stato come testimone pur essendo prevista negli ordinamenti democratici non lo è affatto nel codice in vigore in Vaticano.

Da una parte - spiega il Messaggero - ci sono gli imputati rimasti (da dieci sono passati a sei per il ritorno degli atti al Promotore di Giustizia) che continuano chiedere a gran voce la nullità dei provvedimenti lamentando vistose lacune procedurali, prove video depositate dal Promotore di Giustizia “falcidiate”, “sbianchettate”, prive dei meta-dati. Dall'altra parte, invece, il Promotore di Giustizia – una sorta di Pm – che ha difeso l'impianto accusatorio annunciando altri filoni di indagini (mai evocati in precedenza) per i quali ha ritenuto necessario apporre diversi omissis sulle prove depositate.

LEGGI ANCHE

Vaticano, cardinale Pell: "Becciu mi impedì di controllare conti della Chiesa"