Prospero, gli ultimi agghiaccianti messaggi in chat: "Prendi tutta la busta... non soffrirai"
È una chat drammatica, quella recuperata dagli investigatori della squadra mobile di Perugia e dalla polizia postale sul cellulare di Andrea
Prospero, gli ultimi agghiaccianti messaggi in chat
Alle 13:01 del 24 gennaio, mentre scrive l’ultimo messaggio a sua sorella gemella Anna per dirle che sta andando a raggiungerla alla mensa universitaria, Andrea Prospero è già online con quel ragazzo conosciuto in rete che, invece di dissuaderlo dal proposito di farla finita, lo sprona a compiere il gesto estremo.
È una chat drammatica, quella recuperata dagli investigatori della squadra mobile di Perugia e dalla polizia postale sul cellulare di Andrea. Il giovane, oggi arrestato a Roma, confida all’“amico” virtuale di non riuscire più a sopportare l’università, di sentirsi sopraffatto e di temere di deludere tutti. Dice che non vuole restare allo studentato, né dividere la stanza con altri, e di provare un forte disagio all’idea di mangiare in mezzo alla gente per via dei denti e dell’acne. Conclude che vuole farla finita.
Andrea ha già comprato una corda – trovata nella stanza in affitto che era diventata il suo rifugio – ma non sa come usarla. Chiede consigli all’amico romano, il quale gli dice: “Prendi la corda, fai un cappio e fissala in alto”. “No, non ce la faccio, non ho il coraggio,” risponde Andrea. È il momento in cui potrebbe ancora tornare sui suoi passi; basterebbe un incoraggiamento per fargli cambiare idea. Invece, il diciottenne romano fa un ulteriore passo: suggerisce di prendere gli psicofarmaci che – come si è scoperto dall’analisi del capello – Andrea assumeva già da tempo.
“Prendile tutte insieme, prendi anche la bustina, compreso il cellophane,” lo incita l’altro. “Non ce la faccio, non voglio soffrire,” obietta Andrea. “Allora bevici sopra una bottiglia di vino che ti piace: non sentirai dolore”.
A quel punto Andrea smette di rispondere; è probabile che abbia già perso i sensi, accasciandosi davanti al pc. Ma invece di allarmarsi o chiamare i soccorsi, il ragazzo romano, su un’altra chat di Telegram a cui partecipano persone coperte da nickname, commenta in modo raccapricciante: “Accidenti, non mi risponde più. Vuoi vedere che è morto? E adesso, se lo trovano e la polizia gli prende il telefono, sono nei guai”. Poi cancella la conversazione dal proprio dispositivo, sperando che si eliminasse automaticamente anche sul telefono di Andrea, come spesso avviene su Telegram. Ma non è andata così.