Puglia, sempre più baby gang in azione: cresce il fenomeno dell'impunità

Dati allarmanti per il fenomeno delle baby gang nella Regione: negli ultimi anni vi è stato un aumento della presenza delle bande giovanili

Di Annamaria Leone*
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Criminalità giovanile
Cronache

Baby gang in Puglia: in aumento la percezione dell'impunità tra i giovani

A Bari si è consumato l’ennesimo episodio di violenza shock gratuita ed aggravata dalla minorata difesa. Un ragazzo senza alcuna remora, ha sferrato un calcio ad un uomo con evidenti difficoltà di deambulazione, facendolo cadere in acqua mentre camminava lungo il lungomare di Bari. Le immagini, hanno rapidamente fatto il giro del web, suscitando indignazione e sdegno. Ma quello che ancora di più lascia sgomenti è la totale assenza di senso civico e di empatia di coloro che hanno assistito al folle gesto filmando il grave episodio rimanendo inerti. Al momento non risulta depositata alcuna denuncia.

A Foggia un 36enne è stato insultato e picchiato in pieno centro da un gruppo di giovani, alcuni sarebbero anche minorenni, solo perché omosessuale. Lo stesso gruppo, poi, avrebbe picchiato anche un amico della vittima colpito con un pugno alla gola e insultato con epiteti razzisti un’altra ragazza di origini africane. Il fenomeno delle baby gang è un vero e proprio allarme sociale . L'identikit delle baby gang è stata delineata da uno studio del Ministero dell’interno con l'ausilio dei dati provenienti dalla polizia penitenziaria, dalla polizia statale, dalla Guardia di Finanza, dall'Arma dei Carabinieri: sono composte da circa 10 ragazzi, tra i 14 e i 17 anni senza un'organizzazione strutturata né la distinzione di compiti all'interno, compiono azioni violente, spesso senza moventi specifici, espressioni di un disagio derivante il più delle volte da mancata inclusione o assenza di modelli di riferimento all'interno della famiglia, più che da una vera e propria volontà criminogena.

Le vittime di aggressioni, lesioni, atti di bullismo, sono spesso coetanei, ma si parla anche di atti di vandalismo e disturbo della quiete pubblica, fino a reati più gravi come traffico di stupefacenti , rapine e addirittura lesioni gravissime. Quello delle baby gang è un fenomeno assolutamente trasversale che rimbalza da regione a regione e che può avere connessione con la delinquenza, ma può anche partire dalla borghesia più incensurata. È un fenomeno assolutamente imprevedibile, ma soprattutto incomprensibile. Si tratta molto spesso di ragazzi apparentemente normali e perfettamente inseriti che però covano dei disagi che probabilmente le istituzioni, la scuola, le famiglie non riescono a legger.

Si vantano sui social di delitti assurdi, perdendo il contatto con la realtà, come se lo schermo rendesse tutto irreale. Ma quando e come la legge punisce questi reati?  È davvero così facile farla franca come molti minori purtroppo pensano? Anche i minori sono puniti per i reati che commettono, purché abbiano almeno 14 anni. È questa la soglia stabilita dalla legge per l’imputabilità penale: al di sotto di questa età, il minorenne non può essere sottoposto a processo per il crimine compiuto. Per tutti coloro che, invece, sono minorenni ma hanno compiuto i 14 anni, esiste un’apposita procedura che prende il nome di processo penale minorile.

Tuttavia, per il minore il carcere rappresenta l’estrema ratio, ha ampie possibilità di evitare il carcere grazie a diversi istituti previsti dalla legge, come: la messa alla prova, l’archiviazione per irrilevanza per fatto, il perdono giudiziale. Ma non solo: grazie allo sconto di pena che, per legge, il giudice deve sempre accordare a ogni minorenne, è più semplice anche ottenere la pena sospesa. Insomma: il processo minorile tende alla rieducazione del reo, più che alla sua punizione. La percezione di impunità tra i minori delinquenti è diffusa, spingendoli a compiere azioni estreme con la convinzione di non essere puniti. La sensazione di invulnerabilità che permea il mondo dei minori delinquenti rappresenta una grave lacuna nel sistema giudiziario minorile, evidenziando la necessità di un intervento mirato e tempestivo per educare e responsabilizzare le giovani generazioni.

È fondamentale che si comprendano appieno le conseguenze dei propri atti e che si adotti un approccio preventivo ed educativo per contrastare efficacemente il fenomeno delle baby gang e garantire la giusta tutela delle vittime. 

*Avvocata e criminologa

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