Quarto grado, dall'ergastolo per Impagnatiello alle verità di Turetta sul femminicidio di Cecchettin

I femminicidi al centro della puntata di questa sera, venerdì 15 novembre

di redazione

Filippo Turetta

Cronache

Quarto grado, le anticipazioni per la puntata di oggi - 15 novembre - vedono due casi enormi: il caso Cecchettin con le verità dell'assassino della ragazza, Filippo Turetta e la richiesta dell'ergastolo per Alessandro Impagnatiello.

Due femminicidi atroci, due casi di cronaca che hanno scosso l'Italia. Da Giulia Cecchettin a Giulia Tramontano. Protagonisti gli ex fidanzati Filippo Turetta e Alessandro Impagnatiello. Le telecamere di Quarto Grado andranno a ripercorrere i fatti con contenuti esclusivi i due casi di violenza e sangue che hanno portato ai due femminicidi.

Ma andiamo con ordine e ripercorriamo questi due fatti di cronaca. Il primo è sicuramente quello di Giulia Cecchettin.  La più drammatica delle ipotesi possibili è diventata una tristissima realtà: Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo (Ve) scomparsa sabato 11 novembre in compagnia dell'ex fidanzato Filippo Turetta. La ragazza è stata trovata senza vita in un canalone vicino a un lago di Barcis (Pordenone) il 18 novembre. Nella notte tra sabato 18 e domenica 19 novembre Turetta è stato fermato in Germania. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale.

La sua auto era stata avvistata i giorni precedenti tra Veneto e Austria. Il giovane ha lasciato cadere nel vuoto gli appelli di magistrati e familiari a costituirsi. La vicenda di Giulia Cecchettin ha tenuto tutto il Paese con il fiato sospeso. Brutali le parole del killer che, davanti ai magistrati, ha ammesso di aver premeditato tutto e di aver ucciso Giulia entrando anche nei macabri particolari.

L'altro caso è quello di Giulia Tramontano. Nella giornata di domenica 28 maggio 2023 ne viene denunciata la scomparsa di Giulia Tramontano, nata a Napoli il 2 maggio 1994, in stato di gravidanza al settimo mese. La donna svolgeva la professione di agente immobiliare a Senago, località dove si era trasferita cinque anni prima da Sant'Antimo, provincia di Napoli per andare a convivere con il fidanzato Alessandro Impagnatiello. È proprio lui che ha denunciato la scomparsa ai carabinieri. Impagnatiello, 30 anni, lavorava come barman in un albergo di lusso ed era già padre di un bambino avuto da una precedente relazione sentimentale.

I familiari della donna sono convinti fin dall'inizio che non si tratti di un caso di allontanamento volontario, tanto che Chiara Tramontano, sorella di Giulia, nella stessa serata del 28 maggio, contatta la redazione del programma televisivo Chi l'ha visto?, dopo che Giulia era risultata non più reperibile né personalmente né via telefono. L'ultimo contatto risale infatti alle ore 21:43 di sabato 27 maggio, momento in cui Giulia, via messaggio, saluta la madre e le dice di stare andando a riposare.

Il telefono della donna risulta effettivamente non più attivo dalla tarda serata del 27 maggio; Alessandro Impagnatiello, dal proprio canto, si è recato a fare la denuncia di scomparsa nel pomeriggio di domenica 28, dopo che in mattinata si è recato al lavoro. L'uomo dichiara inizialmente di avere visto per l'ultima volta Giulia quella domenica mattina sul letto in pigiama, al momento di uscire di casa per andare a lavorare, ma già al momento della denuncia il suo racconto risulta poco credibile; Impagnatiello, inoltre, ha fornito alle forze dell'ordine un indirizzo inesistente per cercare la Tramontano.

Dalle indagini emerge che la donna aveva da poco scoperto che il fidanzato aveva una doppia vita sentimentale, in quanto intratteneva un'altra relazione clandestina con una collega italo inglese, la quale era precedentemente rimasta incinta ma aveva fatto ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza.

Tra il 31 maggio e il 1 giugno, Impagnatiello dichiara di essere il responsabile della morte di Giulia e fornisce indicazioni agli inquirenti allo scopo di far ritrovare il suo cadavere. La donna risulta essere stata uccisa all'interno dell'abitazione in cui la coppia conviveva, con numerose coltellate, e sono stati effettuati due tentativi di bruciare il suo corpo: il primo nella vasca da bagno di casa utilizzando alcol etilico, il secondo fuori dall'appartamento con la benzina. Impagnatiello viene quindi incriminato per omicidio aggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Dalle analisi effettuate sul suo telefono, risulta anche che Impagnatiello ha effettuato ricerche sul web relative a come eliminare un corpo e come cancellare le tracce di sangue.

Attraverso l'autopsia, si scopre che sia nel sangue della donna che nel feto che essa portava in grembo era presente una quantità notevole di veleno per topi. Viene riscontrato anche che Impagnatiello, nei mesi antecedenti all'omicidio, aveva effettuato ricerche sul web riguardo alla quantità di veleno per topi necessaria per uccidere una persona, alle modalità di somministrazione del veleno ed alle tempistiche con cui avrebbe dovuto fare effetto.

Giulia Tramontano si era lamentata con le amiche di avere terribili dolori allo stomaco e di sentirsi come se fosse stata drogata, ma non aveva sospettato minimamente del suo fidanzato. Dall'autopsia emerge anche che la Tramontano era stata colpita inizialmente alle spalle per poi essere ulteriormente colpita in varie zone del collo. In totale, l'assassino la colpì con 37 coltellate, nessuna delle quali però su un punto vitale. La vittima morì quindi per dissanguamento, dettaglio che fa scattare l'aggravante della crudeltà, insieme a quello della premeditazione dovuto al veleno somministrato costantemente per mesi.

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