Renzi, aperti i cellulari di Presta. Sospetto: soldi per la villa di Matteo?

Il cellulare di Presta ai raggi X: i pm cercano le chat con Renzi

Cronache
Condividi su:

La procura di Roma ha aperto nei giorni scorsi un’inchiesta per finanziamento illecito che vede tre indagati: il leader di Italia viva Matteo Renzi, il manager delle star Lucio Presta e suo figlio Niccolò, amministratore della Arcobaleno Tre (questi ultimi due sono indagati anche per false fatturazioni). Il sospetto dei pm è che fra Renzi e Presta vi siano stati rapporti contrattuali fittizi che mascheravano un presunto finanziamento alla politica. Sotto la lente una serie di versamenti da 700mila euro fatti da Presta a Renzi tra il 2018 e il 2019.

Analisi sui cellulari di Presta e figlio

Il 30 giugno, durante la perquisizione alla società «Arcobaleno Tre», la Guardia di finanza ha sequestrato cinque smartphone e cinque fra tablet e computer, dei quali è stata fatta una copia per le analisi. E ora allo studio ci sono i cellulari di Lucio Presta e del figlio Niccolò. Come spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, "cercano le chat e le mail scambiate con il senatore Matteo Renzi prima della sigla dei contratti da 700mila euro percepiti dal leader di Italia Viva. E anche verificare se—come sospettano gli inquirenti — sia stato proprio Presta ad avvisare Renzi che era stata avviata un’indagine su di loro, dopo aver ricevuto la «visita» dei finanzieri nell’ufficio di Roma".

L'accordo tra Renzi e i Presta. Il sospetto: soldi per la villa?

 

Il Corriere della Sera spiega che "il 31 luglio 2018 Renzi firma due scritture private e così sancisce l’accordo per cinque puntate in cui racconterà Firenze secondo me. La prima prevede un compenso da 125 mila euro lordi: 75 mila euro perl’attività di autore e altri 50 mila per la cessione di tutti i diritti di utilizzo delle opere prodotte. L’altra ha lo stesso importo: 75 mila per l’attività di conduttoreealtri 50 mila per la cessione dei diritti d’immagine. Due mesi dopo arrivano altri due contratti, ognuno da 75mila euro lordi. In tutto fa 400mila euro per un prodotto venduto a Discovery Network". Il sospetto degli inquirenti è che tale somma "non fosse giustificata dalle prestazione professionale ma servisse per elargire a Renzi i soldi necessari ad acquistare la villa dove ora vive con la famiglia. I soldi della casa, infatti, erano stati anticipati dalla madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli — che aveva finanziato anche la Fondazione Open — e restituiti da Renzi proprio dopo aver percepito i compensi da Presta".

Lo strano accordo del luglio 2018

Ma l’accordo che desta maggiori interrogativi negli investigatori è quello firmato nel luglio 2018 che affida alla «Arcobaleno Tre» la promozione dell’immagine del senatore in Italia e all’estero nei settori dello spettacolo, televisione, cinema e teatro, scrive Fiorenza Sarzanini. "Dunque dovrebbe essere Renzi a pagare i Presta per questa attività, invece nella scrittura privata c’è una clausola che fissa gli «obblighi dell’artista» e gli riconosce 100mila euro. Altri 200mila gli vengono elargiti per due programmi che però non sono mai stati realizzati". Secondo i Presta era tutto regolare, gli inquirenti vogliono vederci chiaro.