Riforma della giustizia e diritto di famiglia: tutte le novità
L'intervista a Giulia Sapi, avvocata e Presidente dell’AIAF Lombardia, associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori
Riforma di giustizia e diritto di famiglia: tutti i vantaggi del nuovo rito
La legge 26 novembre 2021, n. 206 - ossia la Delega al Governo anche per le misure urgenti in materia processuale - prevede importanti innovazioni nel diritto di famiglia, finalizzate a riordinare una materia che, sotto questo profilo, è piuttosto disorganica.
Ne parliamo con Giulia Sapi, avvocata e Presidente dell’AIAF Lombardia, associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori, oggi in corsa - con la Lista “Fare Avvocatura” - per le elezioni dei Delegati del foro di Milano al prossimo Congresso Nazionale Forense.
Che cosa prevede la riforma della giustizia in materia di diritto di famiglia?
Contrariamente alle aspettative iniziali, la legge 206 è intervenuta in modo considerevole nell’ambito delle relazioni familiari, sia con novità che entreranno in vigore già il 22 giugno - come gli importanti correttivi alla negoziazione assistita, la procedimentalizzazione dell’articolo 403 c.c., le modifiche al riparto di competenze tra tribunale ordinario e tribunale per i minorenni e le novità sul curatore speciale del minore - sia con una precisa delega al governo a predisporre un rito unico da applicare a tutti i procedimenti relativi alle persone, ai minorenni e alle famiglie sia davanti al tribunale ordinario che davanti al tribunale per i minorenni.
Quale sarà il vantaggio del nuovo rito?
Innanzitutto, il fatto che finalmente ci sarà un solo rito applicabile alle controversie di diritto di famiglia, che attualmente sono frammentate in una molteplicità di procedure. Inoltre, tale nuovo rito dovrebbe garantire una trattazione celere - grazie i tempi stringenti imposti ai tribunali e alla trattazione davanti al giudice monocratico - pur senza rinunciare alle garanzie del giusto processo con il definitivo abbandono del rito camerale.
Ma è vero che verrà abolito il tribunale per i minorenni?
Se la riforma verrà portata a compimento con l’emanazione da parte del governo dei decreti delegati, nel 2025 il tribunale per i minorenni sarà sostituito dal tribunale per le persone per i minorenni e per le famiglie, che sarà competente per tutte le controversie in materia familiare, sia quelle oggi riservate al tribunale per i minorenni sia quelle demandate alla competenza del giudice ordinario, senza più il rischio di una frammentazione di processi che riguardino uno stesso minore.
Come sarà organizzato questo nuovo tribunale?
Avrà una sezione in ogni sede di tribunale e per la maggior parte dei procedimenti deciderà in composizione monocratica e anche una sezione distrettuale, nelle sedi di corte d’appello, che sarà competente in materia penale minorile, di sorveglianza e di adozione, oltre che come tribunale di secondo grado per i procedimenti di competenza delle sezioni circondariali.
Ci sono state molte polemiche in merito al ridimensionamento del ruolo dei giudici onorari degli attuali tribunali per i minorenni. Lei cosa ne pensa?
La legge 206 ha finalmente inteso superare il modello di giustizia minorile introdotto nel 1934 e non più compatibile con il sistema di tutela dei diritti fondamentali delle persone.
In tale progetto il ruolo dei giudici onorari - o componenti privati - è stato riportato nei binari delle loro competenze, limitandone la partecipazione ai collegi giudicanti ai soli procedimenti penali e di adozione, ed evitando di delegare agli stessi i compiti tipici del giudice, come la gestione dell’istruttoria o l’ascolto dei minori.
Con questa riforma - che le associazioni forensi specialistiche sollecitano da anni - si è cercato di coniugare la necessità di specializzazione con la tutela dei diritti.