Rimini, Crepet: "Figlicidi-suicidi? Donne fragili lasciate sole dallo Stato"

A Rimini la tragedia di una madre che si è gettata da un palazzo portando con sè il proprio figlio. Su Affari l'intervento dello psichiatra Paolo Crepet

di Eleonora Perego
Cronache

Caso Rimini, Crepet ad Affari: "Figlicidi-suicidi? Donne fragili lasciate sole dallo Stato"

Quanto accaduto a Rimini, dove una donna di 40 anni si è gettata nel vuoto col figlio di sei morendo entrambi sul colpo, ricorda un episodio del tutto simile avvenuto a Ravenna lo scorso 8 gennaio. In quel caso la madre 41enne, già seguita da un centro di igiene mentale, decise di gettarsi nel vuoto con la figlia di sei anni e il loro cagnolino. Per questi ultimi il decesso fu immediato mentre lei se la cavò miracolosamente con alcune gravi ferite. A Rimini la donna col piccolo in braccio ha fatto un volo di almeno trenta metri, non lasciando scampo a entrambi. Pochi dubbi sull’intento suicidario delle mamme, ma tante domande sul motivo che le abbia spinte a compiere l’estremo gesto portando con loro i propri figli. “Ogni caso, drammatico, è a sé, ma ad accomunarli è sicuramente la disperazione e l’assoluta solitudine di queste madri che sono anche assassine” spiega Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e saggista, parlando con Affaritaliani.it.

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“La verità è che oggi siamo molto più soli di 100 anni fa, quando avevamo relazioni reali e solidarietà reale, e che in questa Repubblica non esistono punti di riferimento per persone fragili, che non stanno bene” continua Crepet. Il servizio pubblico “è stato fortemente depotenziato, senza dare una possibilità concreta a giovani psicologi e psichiatri di operare sul territorio. Che sbocchi, aiuti hanno le persone che abitano per esempio in piccoli centri? A chi si possono rivolgere? Sono domande che rivolgo agli amministratori pubblici” dichiara Crepet ad Affaritaliani.it. 

“E’ arrivata l’idea della privatizzazione della salute... e questo è il risultato. Che una signora con le benzodiazepine (psicofarmaci, ndr) in mano si getta da un palazzo con il proprio figlio. È facile dire ‘facciamo a meno dei farmaci’, ma bisogna avere un’alternativa”. E qual è? “Il potenziamento del servizio pubblico per la salute mentale, oltre che fisica - spiega ad Affaritaliani.it Crepet - Altrimenti si cade in luoghi comuni come ‘beh era depressa’, ‘beh è stata colpa sua’. Questo è cinismo di Stato: serve e chiedo una parola dal primo ministro, dal capo dell’opposizione, dal ministro della Salute” conclude Crepet.

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