Ritorna Utopian Hours 2024: un viaggio verso le città del futuro

Dal 18 al 20 ottobre, alla Centrale Lavazza di Torino, l’ottava edizione del festival internazionale dedicato al city making e all’innovazione urbana

 Utopian Hours 2024

Cronache

Ritorna Utopian Hours 2024: un viaggio verso le città del futuro


Giunge all’ottava edizione Utopian Hours, il festival internazionale che celebra le città e guarda al futuro urbano, ideato e organizzato da Stratosferica. Una tre giorni (dal 18 al 20 ottobre, a Torino) per raccontare al grande pubblico le frontiere dell’innovazione urbana, le idee, le esperienze e i progetti che stanno aggiornando in modo coraggioso e a volte radicale il concetto di «fare città». Il termine «utopia» non inganni: non è fuga dalla realtà, ma al contrario capire come si possono creare dei luoghi migliori, con consapevolezza, immaginazione e coinvolgimento collettivo. "Anche quest’anno portiamo a Torino da tutto il mondo innovatori e progettisti di spicco, per dare vita al più rilevante festival internazionale sulle città. Un riconoscimento importante per il ruolo dell’Italia nello scrivere l’agenda urbana del futuro" commenta Giacomo Biraghi, presidente di Stratosferica.

Utopian Hours 2024: focus sui placemakers, gli "inventori delle città del futuro"

Visioni per la città del futuro, nuove soluzioni per il settore immobiliare, la mobilità e le sfide climatiche in città, ricette originali per la rivitalizzazione degli spazi urbani. Tra i vari temi del festival spicca il placemaking, un approccio multidisciplinare alla progettazione e alla riattivazione degli spazi pubblici in modo collettivo che punta a migliorare la qualità di una strada, una piazza, un quartiere. Un processo collaborativo, che coinvolge i giovani e i cittadini, sensibile al contesto in cui opera, innovatore perché capace di unire pratiche diverse e uno sguardo in evoluzione su un particolare luogo.  Elena Granata, docente di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, definisce i placemakers «i designer dei luoghi, gli inventori delle città che abiteremo».

Sul palco di Utopian Hours, a raccontare i processi che hanno portato alla realizzazione di straordinari progetti nelle città di tutto il mondo, i protagonisti di alcune innovative imprese urbane come Yes We Camp, Telliskivi Creative City, IF_DO, i grandi nomi dell’urban design internazionale come Matt Grunbaum di Field Operations, Dirk Van Peijpe di De Urbanisten e Kotchakorn Voraakhom del Porous City Network. Con loro alcuni influenti pensatori-attivisti che mettono al centro del proprio lavoro i temi più urgenti del nostro tempo: dall’autosufficienza delle comunità urbane all’urban AI, passando per la sostenibilità e l’impatto sociale della rigenerazione urbana.

Ballarini (Stratosferica): "Siamo una specie urbana. Uniti per l'innovazione delle nostre città"

«Non ci dimentichiamo —spiega Luca Ballarini, fondatore e direttore di Stratosferica— che le città sono prima di tutto lo straordinario frutto dell’immaginazione umana, per segnare il proprio posto nel cosmo. Allo stesso tempo oggi, diecimila anni dopo la comparsa delle prime città in varie parti del mondo, sappiamo con certezza che le città sono anche la destinazione dell’umanità: siamo sempre di più una specie urbana. Questi due potenti concetti, insieme, definiscono l’ispirazione e l’indagine che compie ogni anno Utopian Hours grazie al contributo appassionato di centinaia di ospiti internazionali e italiani. Con un approccio aperto che supera le ideologie e gli slogan del momento e con la consapevolezza che le città ci affascinano proprio perché complesse e contraddittorie, il festival riunisce in un grande dibattitto collettivo city official, imprenditori, designer, urbanisti, architetti, placemaker, attivisti e filosofi urbani. Forse anche per questo è diventato uno degli eventi maggiormente seguito a livello globale. Torino in quei tre giorni è il posto in cui essere per tutti coloro che si occupano di città e innovazione urbana in Italia e nel mondo».

Le tematiche e protagonisti

Il festival darà spazio a progetti, organizzazioni e maker che stanno fornendo soluzioni ad alcune delle sfide urbane più complesse: si parlerà di adattamento climatico, di placemaking, delle grandi trasformazioni nelle metropoli globali. Così saranno presentati per la prima volta in Italia i nuovi job title che raccontano come le amministrazioni pubbliche più illuminate si stanno aggiornando. Ya-Ting Liu è la prima Chief Public Realm Officer di New York e si occupa di coordinare il settore privato e l’amministrazione per raggiungere un obiettivo ambizioso: creare spazi pubblici originali, accoglienti e di qualità.

Casi studio di riuso temporaneo e attivazione di nuovi spazi pubblici prendono vita nei talk di Martyn Evans (studio LandsecU+I) l’inventore di Spitalfields market che racconta le principali trasformazioni londinesi degli ultimi vent’anni: una città che cambia, nuove e inattese opportunità, scommesse immobiliari vinte contro ogni pronostico.

Yes We Camp, organizzazione indipendente tra i punti di riferimento per chi si occupa di usi temporanei e di rivitalizzazione urbana,  scegliendo un approccio a basso impatto ambientale ed economico e con il coinvolgimento delle comunità locali, ha trasformato in Francia luoghi abbandonati in spazi pubblici vivi, accoglienti e aperti a diversi utilizzi.

Prostorož, studio di urban design no-profit attivo a Lubiana, punta tutto sulla valorizzazione del potenziale degli spazi pubblici. Strade trafficate che si trasformano in piazze, vecchi edifici che acquistano nuova vita, aree verdi abbandonate che tornano al centro della mappa, creando nuove connessioni tra spazi e persone.

Jaanus Juss, ripercorre la storia di Telliskivi Creative City ex area industriale a Tallinn diventata uno spazio per imprese creative, festival e attività culturali. Una trasformazione che ha fatto scuola.

La Brent Cross South Station è una sottostazione elettrica trasformata nel più grande elemento di arte pubblica nel Regno Unito. Un progetto-manifesto firmato IF_DO che ha dato vita a un nuovo landmark coloratissimo e dal grande impatto che coniuga bellezza urbana, ecologia e senso di identità.

Dobry trh, conosciuto anche come Good Market, è il festival di strada più importante di Bratislava, momento di condivisione pensato dal collettivo Punkt per supportare i produttori locali, offrire occasioni di contaminazione culturale e dare nuovo spazio alla creatività.

La rigenerazione urbana al centro

Il grande tema della natura urbana viene portato avanti da Nadina Galle, ingegnere ecologico, autrice di The Nature of Our Cities in cui sviluppa il concetto di Internet of Nature ovvero come come l’innovazione tecnologica potrà tutelare e favorire la natura nelle aree urbane del mondo. Dai robot antincendio agli stagni intelligenti, l’hi-tech e l’intelligenza artificiale sono per Galle la soluzione a una delle principali sfide urbane del nostro tempo.

Con i progetti sviluppati all’interno di De Urbanisten, Dirk van Peijpe rappresenta invece l’avanguardia europea nel campo dell’adattamento climatico delle città. Di fronte alle grandi sfide ambientali del nostro tempo, lo studio propone un approccio alla progettazione urbana che mette al centro l’ecologia e le Nature-Based Solution per pianificare città sempre più efficienti e sostenibili.

Field Operations è globalmente riconosciuto come uno degli studi più all’avanguardia nel campo dell’architettura del paesaggio e dell’urban design. Con la High Line di New York oltre ad aver disegnato un nuovo landmark per  la città, ha segnato un punto di svolta nella progettazione delle trasformazioni urbane, tra ecologia e architettura.

Verso città ecosostenibili

Due esempi di città sperimentali in cui è l’innovazione tecnologica a guidare i processi di sviluppo urbano. In Silicon Valley un software riscrive le regole dell’urbanistica progettando un ecovillaggio futuristico in cui innovazione tecnologica, economia circolare e autosufficienza creano una nuova visione. Il software Village OS mette l’AI e il machine learning al servizio della pianificazione dei servizi: dall’approvvigionamento idrico all’energia rinnovabile, dalla produzione alimentare allo sviluppo dei micro-quartieri.

L’utopia tech di una nuova forma di villaggio iper tecnologico e autosufficiente: Innovapolis. James Ehrlich, sperimentatore seriale nel campo dell’innovazione e del cleantech presenta con l’Università di Stanford la sua ultima impresa: l’idea visionaria di un ecovillaggio futuristico in cui innovazione tecnologica, economia circolare e auto-sufficienza generano una nuova visione urbana. Sono i ReGen Villages. Grazie alla collaborazione di scienziati, economisti, designer e innovatori, nascono così nuovi sistemi monetari e di governance, ma anche un aggiornamento nel dialogo tra pubblico e privato.

L’analisi dei dati per Roland Kager dello Studio Bereikbaar è oggi tra gli strumenti più efficaci per immaginare città sostenibili, sane e sicure. Insieme a una rivoluzione culturale e nelle abitudini, infatti, secondo Kager è necessario analizzare il tema della mobilità da una prospettiva più consapevole. Accanto a una rivoluzione culturale e comportamentale – favorendo le biciclette rispetto alle auto, scegliendo il trasporto pubblico rispetto a quello privato – è essenziale considerare la mobilità da una prospettiva intersettoriale. Allo Studio Bereikbaar, designer e ricercatori lavorano all’intersezione tra accessibilità e pianificazione spaziale per comprendere i fenomeni, sviluppare nuove strategie e trasformare le transizioni ecologiche da slogan in azioni.

Sneha Visakha e l’urbanismo femminista

Uno sguardo assolutamente inedito sulla questione dell’urbanismo femminista arriva da Sneha Visakha, autrice del podcast Feminist City. Attraverso il suo lavoro di ricerca e divulgazione Visakha analizza come le città del sud globale, in particolare quelle indiane, rispondano alla questione dell’urbanismo femminista. Nel podcast Visakha approfondisce i temi della sicurezza e dei diritti delle donne in uno dei paesi con le città meno inclusive al mondo. Una lettura diversa del «fare città» capace di portare anche in India un dibattito che in Occidente è sempre più al centro delle agende urbane di governi e amministrazioni locali.

Urban Visiting Explorers

Format originale nato con Utopian Hours e ispirato alle residenze artistiche, è un programma di scoperta e immaginazione urbana, che coinvolge maker, autori e professionisti attivi sui temi urbani. Ogni Visiting Urban Explorer ha il compito di visitare la città in autonomia per diversi giorni, senza indicazioni, e portare sul palco idee per riscoprire alcuni luoghi o per quelli che meriterebbero maggiore attenzione. Per quest’ottava edizione i Visiting Urban Explorers saranno tre fotografi che esploreranno Torino per raccontare attraverso le loro immagini fenomeni, culture, dinamiche e il potenziale dei luoghi meno noti della città. Racconteranno la loro esperienza Pau Buscató, architetto e fotografo catalano, Daphné Bengoa dalla Svizzera e Oliver Krumes (Monaco).

Abecedario

Utopian Hours 2024 porterà avanti la riflessione collettiva inaugurata durante la scorsa edizione del festival, con lo scopo di definire un nuovo modo di immaginare, progettare, vivere e raccontare le nostre città. Gli ospiti e i pionieri del pensiero urbano condivideranno idee e progetti, ricette e soluzioni, restituendo una visione caleidoscopica di grande ispirazione per il presente e il futuro delle comunità urbane nel mondo. I concetti più importanti e le parole chiave espressi in questi due anni di festival confluiranno in un Manifesto, una sorta di “Abecedario contemporaneo del city making”. Ogni voce del primo dizionario mai scritto sulla pratica del fare città sarà descritta per essere di ispirazione ad altri, e corredata da un’immagine esemplificativa, per dare risalto alle diverse componenti del city making e dell’innovazione urbana.

The Urbanites’ Fair

La Centrale Lavazza ospiterà una mini-expo dedicata a magazine, editori, content creator, collettivi indipendenti e realtà attive nel campo della divulgazione sui temi urbani e della rigenerazione in Italia e all’estero. Gli ospiti di quest’anno saranno Desired Landscapes / Stipo / Milk  /Letteraventidue / Placemaking Western Balcans / Farm Cultural Park / The Paradox of Panda /Sur Mesure / Raum / The Place Bureau / Raivio Bumann

Stratosferica

Nata nel 2014 e oggi impresa sociale, è riconosciuta come una delle realtà di riferimento e più innovative, per pensiero e azione, nel city making internazionale. Oltre a creare e divulgare contenuti sull’evoluzione delle città, si occupa di progetti e strategie di comunicazione urbana, eventi, community building e placemaking. Dal 2017 organizza Utopian Hours, il festival internazionale che ogni anno porta in Italia i maggiori esperti di innovazione urbana e city making da tutto il mondo.

Luca Ballarini fondatore e direttore di Stratosferica

Designer, editor, placemaker. Fra le varie definizioni di quasi 30 anni di carriera, Luca Ballarini è innanzitutto founder. Ideatore del city brand ed esperimento di immaginazione urbana Torino Stratosferica — ora impresa sociale Stratosferica, con cui cura il festival internazionale Utopian Hours e interventi di placemaking (Precollinear Park, Corso Farini, Dorado) a Torino e in altre città italiane. Fondatore di Bellissimo, studio di comunicazione e talentuoso team di progettisti multidisciplinari che ha superato i 25 anni di impegno nel graphic design, nel branding, nell’organizzazione di eventi e campagne per rinomate aziende e istituzioni culturali. Fondatore di Open House Torino, il grande evento pubblico gratuito che ogni anno apre le architetture della città a 25.000 persone. Tutto parte nel 1997, come direttore creativo e editore di Label, lo style magazine italiano che fino al 2007 ha portato nel mondo il meglio della cultura italiana emergente. Le occasioni in cui intercettare l’impegno di Ballarini —architetto di formazione, autodidatta per vocazione— è lunga. Dietro c’è sempre l’essere trend-setter e imprenditore creativo appassionato, che ama ridefinire il suo ruolo di progettista nel mondo contemporaneo.

Giacomo Biraghi fondatore e presidente di Stratosferica

Milanese e cittadino del mondo, si definisce “city quitter” nonostante sia appassionato di governance delle città. Laureato in Economia delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali, Master of science in city design and social science (MSC) presso la London School of Economics and Political Science di Londra, tra il 2004 e 2011 si occupa di consulenza negli ambiti del marketing del territorio.
Dal 2012 al 2015 è coordinatore del progetto Tavoli Tematici per Expo 2015 e Coordinatore del Progetto Sistema Integrato Turismo Expo 2015 per la Camera di Commercio di Milano.
Nel 2014 diventa Responsabile della segreteria tecnica per il progetto Milano Smart City presso il Comune di Milano. Tra il 2016 e il 2018 è Responsabile dei progetti di turismo e marketing territoriale presso Bellissimo, dove si occupa della definizione di strategie di comunicazione e marketing territoriale.
Fino al 2022 è stato responsabile del settore Innovazione per Confindustria Bergamo.

Info

Venerdì 18, sabato 19, domenica 20 ottobre. Dalle ore 14 alle 21
Location principale: La Centrale della Nuvola Lavazza, via Ancona 11/A, Torino
Location parallela (tavoli di lavoro e VIP Lounge): Dorado, Lungo Dora Firenze 37, Torino
www.utopianhours.it

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