Ristoratrice suicida, Selvaggia Lucarelli: “Storia squallida e meschina"
La richiesta di archiviazione del caso riguardava il fascicolo aperto contro ignoti per presunta istigazione o aiuto al suicidio
La "rinvincita" di Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli si è sentita sollevata dalle recenti rivelazioni riguardanti il caso di Giovanna Pedretti. Come scrive Il Tempo, le indagini condotte dalla Procura di Lodi hanno stabilito che nella tragica morte della ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano non vi è stato alcun coinvolgimento di terze persone. Pedretti, dopo aver suscitato un'enorme polemica sui social, si è purtroppo suicidata gettandosi nel Lambro dopo vari tentativi di autolesionismo con uno strumento non letale.
La richiesta di archiviazione del caso, avanzata dal pm per mancanza di elementi penalmente rilevanti, riguardava il fascicolo aperto contro ignoti per presunta istigazione o aiuto al suicidio. Lucarelli ha ripreso la notizia, sottolineando che nessuno ha spinto Pedretti al suicidio e che la recensione della ristoratrice era falsa. Ha criticato la stampa per aver diffuso notizie inesatte sia riguardo alla recensione che ai presunti responsabili della sua morte, definendo il tutto come una storia squallida e meschina che evidenzia le debolezze del sistema.
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In un altro messaggio su X, l'ex giurata di Ballando con le Stelle ha preso di mira Repubblica, accusandola nuovamente di aver distorto la realtà. Ha condiviso un articolo intitolato "Selvaggia Lucarelli, se la battaglia per la verità rischia di essere bullismo", mostrando la sua delusione riguardo all'operato del giornale.
Successivamente, Lucarelli ha espresso la speranza che coloro che l'hanno accusata ingiustamente di istigazione al suicidio, insieme al suo compagno Lorenzo Biagiarelli, paghino per le loro azioni. Ha sottolineato l'importanza di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e di evitare di giudicare gli altri basandosi su antipatie personali o sentimenti di odio.