Sanità, 9 milioni di italiani indebitati fino al collo per accedere alle cure

Le richieste di prestiti per affrontare le visite superano il miliardo di euro. Il dato è in continuo aumento

Di Redazione Cronache
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Sanità pubblica, il disagio delle famiglie e i prestiti per spese che superano del 40% le proprie possibilità economiche

Nonostante gli sforzi del governo Meloni e lo stanziamento di 520 milioni nell'ultima Finanziaria, la sanità pubblica in Italia è sempre più in difficoltà e le ripercussioni si vedono sui malati. La gente per far fronte alle spese mediche è costretta a indebitarsi. Oltre un miliardo di euro: è questo, secondo le stime di Facile.it e lo riporta La Stampa, il valore dei prestiti personali erogati agli assistiti nel 2023 per far fronte alle spese mediche. La salute ha un costo e chiedere un finanziamento per sostenere le spese sanitarie è pratica sempre più diffusa tanto che, lo scorso anno, il peso percentuale di questi prestiti è aumentato del 6,6% rispetto al 2022. Le famiglie che hanno accusato un disagio economico a causa delle spese sanitarie erano il 4,7% nel 2019, sono salite al 5,2 nel 2020, per arrivare ora al 6,1%, percentuale che in numeri assoluti fa un milione e 580 mila nuclei familiari.

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In crescita - prosegue La Stampa - è anche il fenomeno di quelle che vengono definite "spese sanitarie catastrofiche", secondo l’Oms quelle che impoveriscono le famiglie quando superano del 40% le capacità economiche di sostenerle. Inoltre i tempi per ottenere una visita specialistica o un esame diagnostico continuano ad andare nella maggior parte dei casi oltre i tempi massimi previsti per legge. E si potrà anche dire che non esiste una correlazione diretta con l’attività libero professionale dei medici, ma resta il fatto che mentre gli assistiti aspettano come e più di prima, gli incassi per le visite in modalità solvente aumentano. Poi, come sempre, alle diseguaglianze economiche si sommano quelle territoriali, per cui se le famiglie impoverite per curarsi sono il 4% nel Nord Est, raddoppiano all’8,2% a Sud, mentre al Centro sono il 5%, il 5,9 a Nord-Ovest.