Satnam Singh, autopsia: “Morto anche a causa dell’emorragia. Poteva salvarsi”

I primi risultati dell’esame sul corpo del bracciante indiano che ha perso la vita dopo essersi ferito nei campi ed essere stato abbandonato

Di Redazione Cronache
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Bracciante morto, l'autopsia su Satnam Singh: "Deceduto anche a causa dell’emorragia. Poteva essere salvato”

Satnam Singh poteva essere salvato. Il 31enne indiano rimasto vittima di un incidente sul lavoro a Latina e abbandonato in strada davanti casa è morto per dissanguamento secondo quanto emerge dai primi risultati dall'autopsia. L'uomo aveva perso un braccio e aveva subito gravi lacerazioni alle gambe mentre lavorava a un macchinario. Se fosse stato tempestivamente soccorso quindi, probabilmente si sarebbe potuto salvare. Il titolare dell’azienda è indagato dalla procura di Latina che procede per i reati di omissione di soccorso e omicidio colposo. Il questore della provincia di Latina, dopo il parere positivo della procura di Latina, ha rilasciato un permesso di soggiorno per motivi di protezione speciale (articolo 18 del Testo Unico dell’Immigrazione) alla vedova di Singh.

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Dura la condanna della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla morte del bracciante. "Sono atti disumani che non appartengono al popolo italiano, e mi auguro che questa barbarie venga duramente punita", ha sottolineato la premier durante la riunione del Cdm dopo aver espresso il suo cordoglio e quello dell'intero governo per la tragica scomparsa e la sua vicinanza alla moglie, alla famiglia e ai cari del 31enne.

Monito di Mattarella contro il caporalato. Intervenendo a Solferino alle celebrazioni per i 160 anni della Croce rossa italiana, il presidente della Repubblica ha parlato della tragedia del "giovane Satnam Singh, lavoratore immigrato è morto, vedendosi rifiutati soccorso e assistenza, dopo l'ennesimo incidente sul lavoro". "Contro la grande civiltà dell'Italia stridono – gravi ed estranei - episodi e comportamenti come quello avvenuto tre giorni fa", ha detto il capo dello Stato, parlando di "una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno - che affiora non di rado - di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli. Fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l'erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato, ignorandolo".