Scanzi non ha diffamato Montesano, "parole aspre ma proporzionate"

Le parole rivolte dal giornalista (ottobre 2020) all'attore comico no-mask per la giustizia rientrano nel diritto di cronaca

Andrea Scanzi Enrico Montesano
Cronache
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Covid, Scanzi non ha diffamato Montesano: il giudice archivia la querela dell'attore al giornalista del Fatto

Andrea Scanzi non ha diffamato Enrico Montesano ma ha solo esercitato il diritto di cronaca pur avendo espresso un giudizio critico sul comportamento dell'attore romano quando le forze dell'ordine gli chiesero di indossare la mascherina.

E' quanto ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Arezzo, Claudio Lara, che ha archiviato la querela presentata dal popolare volto del cinema, della tv e del teatro alla Procura di Arezzo, città di nascita e residenza di Scanzi.

Nell'autunno del 2020, prima con un post sui social e poi con un articolo sul Fatto Quotidiano (online), il giornalista e opinionista stigmatizzò quanto accaduto a margine di una manifestazione in piazza a Roma, in cui l'attore comico romano aveva avuto un confronto acceso con due poliziotti perché non voleva indossare la mascherina.

Gli agenti in borghese gli chiesero di indossare il dispositivo, cosa che Montesano fece maniera riluttante, dopo aver usato toni accesi , sostenendo che la "la legge impone di andare a viso scoperto" e "non riesco a respirare".

(segue)

La scena fu ripresa e rilanciata sui social il 13 ottobre 2020. Scanzi postò il video sul proprio profilo Facebook, commentando: "Una baracconata patetica, puerile, mesta". Il 16 ottobre seguente sul Fatto  seguì un articolo siglato da Scanzi, che parlava anche dell'episodio Montesano, corredato da una foto dell'attore: "Non venite a piangere. Se chiuderemo tutto sarà anzitutto colpa di comportamenti sommamente deficienti come questo".

All'11 novembre 2020 risale la querela presentata da Montesano contro la firma del Fatto per diffamazione. La richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura è stata accolta dal giudice Claudio Lara al termine dell'udienza preliminare.

"La forma espositiva può far ricorso - spiega la sentenza - a toni aspri, polemici, al linguaggio figurato e a quello gergale purché tali modalità risultino proporzionate e funzionali all'opinione dell'articolista".

Secondo il giudice anche le espressioni "indubbiamente offensive" purchè "considerato il contesto" esprimono "un mero giudizio critico negativo" essendo utili "alla finalità di disapprovazione".

Per quanto le parole usate da Scanzi possano aver procurato "disagio" a Montesano, essendo "aspre e penetranti", appaiono "proporzionate e continenti", e per la giustizia ben si collocano "nei limiti del diritto di cronaca".

 

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