Sciopero dei trasporti, mezza Italia paralizzata: metropolitane chiuse a Roma. Milano "si salva"

Lo sciopero mira a richiamare l'attenzione su tematiche cruciali come salari, sicurezza sul lavoro e diritti dei lavoratori

di Redazione Cronache
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Sciopero dei trasporti, stop per 24 ore: Italia paralizzata

Oggi, sabato 5 ottobre, il trasporto pubblico in Italia è paralizzato dallo sciopero nazionale di 24 ore indetto dal sindacato Orsa. Treni, bus, tram e metropolitane coinvolti in un’azione di protesta che mira a richiamare l'attenzione su tematiche cruciali come salari, sicurezza sul lavoro e diritti dei lavoratori del settore. A Roma, il blocco interessa tutta la rete Atac, inclusi i servizi subaffidati. L'agitazione coinvolge anche i bus periferici, generando pesanti disagi per i pendolari della capitale. 

A Milano, lo scenario è diverso: lo sciopero è stato revocato dal prefetto Claudio Sgaraglia per evitare caos durante eventi ad alta affluenza come la manifestazione pro-Palestina e la partita serale tra Inter e Torino, che attirerà circa 65.000 tifosi. La misura è stata presa per scongiurare problemi di ordine pubblico, vista la concomitanza degli eventi con la fascia oraria dello sciopero.

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Anche Napoli non è esente dalla protesta, con Anm che ha comunicato gli orari e le fasce di garanzia per il servizio urbano. Funicolari, autobus, filobus e le linee della metropolitana saranno attivi solo in determinate fasce orarie, lasciando ampi spazi di disservizio nel resto della giornata. 

Lo sciopero si estenderà anche ad altre città italiane: Bologna, Genova, e diverse aree del Trentino-Alto Adige sono coinvolte. I servizi essenziali saranno garantiti solo nelle fasce orarie stabilite, con pesanti ripercussioni sui viaggiatori. Il sindacato Orsa, promotore dell'agitazione, denuncia l’aumento dei carichi di lavoro, il peggioramento delle condizioni di sicurezza e la stagnazione dei salari come motivi principali della protesta. In una nota, si sottolinea come l’erosione del potere d’acquisto, unita a un continuo attacco ai diritti fondamentali, stia impoverendo la categoria degli autoferrotranvieri, portando sempre più lavoratori a lasciare il settore. L’accusa è diretta non solo alle aziende, ma anche al governo, colpevole – secondo il sindacato – di non aver adottato misure concrete per tutelare i lavoratori del trasporto pubblico locale.

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