Sciopero, assenti Conte e Schlein: in 60mila alla manifestazione dei sindacati
Il segretario della Cigl Landini: "Cresce sfiducia e rabbia"
Sciopero, sindacati in piazza
"Noi siamo qui perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il Paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo: in questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla manifestazione in piazza del Popolo nel giorno dello sciopero con la Uil. "Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica e nel governo", aggiunge.
"Stiamo chiedendo di cambiare modello di sviluppo - continua Landini - di fare quelle riforme che non sono state fatte. Tra l'altro il paradosso è che alcune di queste erano promesse del governo e non le sta mantenendo: si rendono conto o no che dire le cose e non farle aumenta la sfiducia tra le persone e la rabbia visto che c’è una diseguaglianza che non ha precedenti?".
Sciopero, Cgil-Uil: almeno 60mila in piazza del Popolo a Roma
Sono almeno 60mila le persone che hanno partecipato in Piazza del Popolo a Roma alla manifestazione indetta da Cgil e Uil contro la manovra. E' la stima fornita dagli organizzaori Cgil e Uil di Roma e Lazio.
Due assenze pesanti: Elly Schlein e Giuseppe Conte. Il leader di Pd e M5s non hanno partecipato alla manifestazione di Cgil e Uil contro la manovra targata Meloni.
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Cofferati: "La destra mette in discussione diritto sciopero"
Nello scontro tra governo e sindacati "colgo il tentativo di mettere in discussione il diritto di sciopero". Lo dice Sergio Cofferati, ex leader della Cgil, in un'intervista a La Repubblica. È quello l'obiettivo di Salvini? "Magari non esplicitato, ma c'è - risponde Cofferati -. Si coglie un fastidio del tutto evidente". A Salvini, per l'ex leader Cgil, darebbe fastidio "la capacità, del sindacato, di radunare consenso attorno alle proprie opinioni. E di disporre, nel caso, di uno strumento forte come lo sciopero, che è l'esplicitazione della democrazia nel mondo del lavoro. Due diritti vengono negati subito nei regimi totalitari: quello ad avere un'opinione e la possibilità dell'astensione dal lavoro". "Se Giorgia Meloni - spiega - ha sentito il bisogno di ribadire che il diritto allo sciopero non sarà toccato, vuole dire che qualcuno nel governo aveva ventilato il contrario", sottolinea. "Anche se fatto con modalità della durata di una settimana, resta uno sciopero generale. Nella sua valutazione il Garante non coglie il vero", dice Cofferati in merito alla decisone della Commissione di garanzia. "Ritengo - aggiunge - che un organismo che svolge funzioni così delicate non dovrebbe venir indicato da Camera e Senato, ovvero dalla maggioranza di governo".