Scomparsa Kata, dal traffico di droga agli abusi sessuali: ecco tutte le piste

A un anno dai fatti, si continua a lavorare per riportare la bimba di 6 anni a casa nonostante "indagini altamente complesse"

Di Redazione Cronache
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Scomparsa di Kata, il procuratore di Firenze: "Quattro le piste principali"

Traffico di droga, racket delle stanze all'ex hotel Astor, scambio di persona, possibili abusi a sfondo sessuale. Sono queste le 4 maggiori ipotesi investigative che la procura di Firenze privilegia nell'indagine che da ormai un anno conduce per il caso della bambina di origine peruviana Mia Kataleya Chicclo Alvarez, per tutti semplicemente Kata, scomparsa proprio dall'ex hotel Astor in via Maragliano a Firenze, struttura all'epoca occupata abusivamente da molte persone, tra le quali Kata e la sua famiglia. Lo ha spiegato questa mattina, tre giorni prima dell'anniversario della sparizione di Kata, il procuratore capo, Filippo Spiezia.

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Il procuratore ha inoltre sottolineato come l'indagine sia "altamente complessa" anche perché "aggravata dal fatto che la notizia della scomparsa è arrivata con un gap temporale rispetto all'avvenuta sparizione, ma anche perché riteniamo in base agli elementi raccolti che sia frutto dell'attuazione di un piano che è stato ben organizzato nei dettagli, e non una attività estemporanea". Il lavoro degli investigatori, ha aggiunto "sta proseguendo su più piste, e la differenza rispetto alla fase iniziale è che il nostro lavoro è più selettivo rispetto alle ipotesi prese in considerazione". Spiezia ha poi assicurato che "le indagini non sono mai state interrotte", e "non solo abbiamo continuato a coltivare possibili nuove piste, ma anche proceduto a una rilettura ancora in corso degli atti materiali investigativi, informativi raccolti nella prima fase di indagine, perché evidentemente con una maggiore familiarità di nomi, volti, suoni e voci di persone è possibile oggi anche valorizzare aspetti di dettaglio rispetto a una prima fase di indagine". Il procuratore ha detto inoltre che "sono state avviate tecniche investigative avanzate per trovare tracce e prove necessarie per il completamento lavoro" e che c'è "la conferma che la rete di videocamere che circonda l'hotel Astor aveva un buco dall'osservazione delle videocamere e abbiamo ragione di credere che quel buco sia stato sfruttato da chi ha rapito la bambina".

Allo stato abbiamo ci sono due indagati "ma non ci sono elementi per declinare la posizione di questi due soggetti". Il magistrato ha evidenziato anche che le due comunità coinvolte perché presenti nell'ex hotel Astor, peruviana e romena, "si sono caratterizzate per atteggiamenti anche non collaborativi, e ci siamo mossi in un quadro anche omertoso" e "le indagini si sono sviluppate anche sul piano internazionale avendo contatti sia con autorità rumene e peruviane". Infine, Spiezia ha fatto sapere che “gli sviluppi della vicenda potrebbero esserci a breve ma dipenderanno dal punto che faremo rispetto alle altre consultazioni che avremo con chi indaga con noi e ci siamo dati un appuntamento a inizio estate”.

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