Scuola, la preside convince prof e alunni a lasciare i cellulari nel cassetto
É passata poco più di una settimana dall'inizio della scuola e l'esperimento fatti dalla rettrice bolognese sembra funzionare
Scuola, la preside di una scuola paritaria bolognese racconta come ha convinto gli insegnanti e gli alunni a lasciare gli smartphone in un cassetto
A distanza di una settimana dall'inizio della scuola, la rettrice delle parietarie "Malpighi" di Bologna, Elena Ugolini, spiega com'è riuscita a non far usare gli smartphone agli insegnati e agli alunni. Soprattutto, la preside si stupisce del clamore mediatico che ha suscitato la notizia, come riferisce ad Avvenire.
L'iniziativa di far riporre in un cassetto al rinrocco della prima campanella i cellulari sia al corpo docente e ai ragazzi è in atto in almeno il 26% delle scuole superiori italiane: "Tra il vietare l’utilizzo del cellulare in classe, per altro già previsto da un regolamento ministeriale del 2007 e responsabilizzare i ragazzi all’utilizzo degli smartphone, abbiamo scelto una terza via: aiutarci a vicenda a vivere e far diventare la scuola un luogo significativo, più bello e interessante per tutti".
Quindi senza cellulari in classe è tornato il dialogo, come afferma la rettrice: "Bene. La differenza più rilevante, rispetto a prima, è stata vedere i ragazzi, ma anche i professori, parlarsi e guardarsi negli occhi durante l’intervallo. Tempo che, prima, tutti, giovani e adulti, passavano con lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone".
Coinvolgere anche gli insegnanti ha aiutato sicuramente i ragazzi: "Perché i primi a prendere consapevolezza che il cellulare inibisce le relazioni dobbiamo essere noi adulti. Io per prima, visto che, per lavoro, passo gran parte della giornata col telefono in mano e, per questo, sono a volte ripresa dai miei figli".