Segre: "Genocidio? Adesso si usa per tutto". Lucarelli non ci sta e replica
Il commento della senatrice su quanto sta accadendo a Gaza ha sollecitato polemiche: "Troviamo un altro termine signora Segre. Perché una 'cosa' mi sembra poco"
Selvaggia Lucarelli: "Genocidio no, ma allora troviamo un altro termine signora Segre. Perché una 'cosa' mi sembra un po' pochino"
La parola genocidio "adesso viene usata per parlare di qualunque cosa, di qualunque guerra, di qualunque battaglia, di qualunque presa di posizione. Mentre io l'ho conosciuta e per miracolo mi ha risparmiata". Lo riporta l'Ansa. È intervenuta così nel dibattito in corso sul termine usato per definire il conflitto a Gaza la senatrice a vita Liliana Segre, che parlando con il Corriere della Sera a margine di una mostra al memoriale della Shoah di Milano ha ribadito che quanto sta accadendo nella Striscia "è una cosa talmente dolorosa che, francamente, spero ogni giorno finisca".
Segre è intervenuta anche sulla discussione nata dopo l'assegnazione dell'Oscar per il miglior film straniero a Jonathan Glazer con 'La zona di interesse'. "Sarebbe stato meglio intitolarlo 'la banalità del male' - ha detto la senatrice - perché è quel che riguarda quella famiglia nella sua villetta civettuola. La vera zona di interesse è dove stavamo noi, con quello che succedeva nei campi di sterminio: lì dentro nessuno sapeva niente di quello che succedeva fuori".
Lucarelli: "Ci suggerisca lei un nome per quello che sta succedendo a Gaza"
A condividere sui social le parole della Segre è Selvaggia Lucarelli: "Un milione e mezzo di persone imprigionate in un luogo da cui non possono uscire, in cui vengono bombardate, a cui si spara pure mentre cercano di procurarsi del cibo. Persone che stanno morendo anche di fame e malattia, soprattutto i bambini. Persone che bevono l'acqua del mare e delle pozzanghere, che stanno mangiando pure il cibo destinato agli animali. Ci suggerisca lei un nome per quello che sta succedendo a Gaza visto che si usa la parola 'genocidio' per tutto".
La giornalista incalza: "Genocidio no, ma allora troviamo un altro termine signora Segre. Perché una 'cosa' mi sembra un po' pochino".
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